ARCORE – Mentre Giuliano Ferrara parlava di dimissioni imminenti, Silvio Berlusconi era a casa sua, ad Arcore, pronto a mettersi a tavola con i figli Marina, Pier Silvio ed Eleonora e i suoi collaboratori più stretti, Fedele Confalonieri e l’immancabile Niccolò Ghedini.
Forse, per un momento, Berlusconi ha veramente pensato di dimettersi visto che le confidenze raccolte da giornali vicini al centrodestra (Il Foglio e Libero) andavano in quella direzione. Sta di fatto che da quel pranzo familiare il presidente del Consiglio si è alzato deciso ad andare avanti, pronto a “morire in Aula”. Con il pranzo ancora sullo stomaco ha telefonato alla redazione di Libero e ha spiegato che ad andarsene non ci pensa proprio.
Qualcosa, quindi, in quel pranzo gli ha dato nuove energie per provare a resistere. Un’occhiata ai quotidiani di oggi fa pensare che in quel “qualcosa” ci sia anche Mediaset. Non a caso, secondo Federico De Rosa sul Corriere della Sera, Marina sarebbe “più agguerrita” del padre mentre Confalonieri lo avrebbe invitato a “spiegare tutto al Paese e non uscire con disonore”.
Sta di fatto che a Mediaset l’aria è di grande agitazione. Michele Brambilla è andato per la Stampa a vedere come funzione. In apparenza è tutto normale ma già in portineria raccoglie una prima confidenza: “Come gli altri (giorni, ndr) da un po’ di tempo a questa parte. Si parla di dimissioni del capo, e c’è un po’ di paura”.
Ai piani alti, invece, formalmente tutti ostentano tranquillità. Brambilla parla con Fede che spiega: “E perché dovrei preoccuparmi? L’azienda è saldamente in mano a Piersilvio e a Confalonieri, che i figli del Cavaliere chiamano zio. Giornalisti preoccupati? Macché. Vieni, ti faccio fare un giro in redazione così puoi chiedere a loro”.
Difficile immaginare i giornalisti che esprimano preoccupazione davanti a Fede. Ma qualche confidenza off the record il giornalista della Stampa la raccoglie: ” In tv si potrebbe perfino tornare a parlare di politica. «L’azienda è sana, fa utili», ti assicurano. Ma soprattutto nei soldati semplici la preoccupazione c’è. Ti dicono che l’azienda è sì in utile, ma in deficit di qualità. «Questa tv», ci dice un collega, «ha perso Mentana. E ha lasciato che i giovani bravi “di area”, o comunque che lavoravano in testate del gruppo, andassero da altre parti: Porro, Telese e Nuzzi sono a La 7, Facci sta per andarci. Cruciani, quello della Zanzara, l’abbiamo preso per parlare di calcio». Un altro sente e annuisce: «Ormai la politica qua la si fa con i calzini turchesi del giudice Mesiano o con le interviste di Signorini a Ruby».