TORINO – Preservativi in dono al posto di oro, mirra e incenso. Due Giuseppe e nessuna Maria e un bambino Gesù nero. Matteo Salvini versione asinello e Carlo Giovanardi improvvisato bue. Questo il presepe gay che un gruppo di collettivi studenteschi ha messo in scena a Torino per protestare contro il comizio del leader della Lega Nord arrivato in città.
La risposta di Salvini, scrive Letizia Tortello su La Stampa, non si è fatta arrendere. Il leader dei leghisti infatti ha augurato a chi lo contestava un “Buon Natale agli sfigati”, mentre Giovanardi ha parlato di “blasfemia”:
“Si temevano disordini degli antagonisti, e infatti era elevato il dispiegamento di forze dell’ordine attorno alla Galleria d’Arte Moderna. Per protesta, invece, sono arrivati un centinaio di studenti, che hanno srotolato in strada uno striscione con scritto in piemontese: «Tradisiun per tutti, Salvini per gnun. Turna a ca’ gadan!». «La tradizione della Lega Nord non è quella di Torino – dice il portavoce degli studenti -, quella della solidarietà, dell’accoglienza e del diritto allo studio, che Cota ha distrutto. Salvini qui non è gradito».
Il presepe dei ragazzi vuole fare ironicamente eco alla crociata della Lega contro quelle scuole italiano che hanno «laicizzato» la tradizione del Natale, nel rispetto delle altre religioni. Proprio negli scorsi giorni, Salvini si era travestito da re magio nella rappresentazione natalizia all’asilo della figlia Mirta.
Nel folcloristico presepe vivente degli studenti alla Gam ci sono anche due pecorelle: l’ex presidente della Regione, Roberto Cota, che dentro la sala ha introdotto il discorso di Salvini, e Maurizio Marrone, capogruppo in Consiglio comunale di Fratelli d’Italia. Nella scenetta, i re Magi portano provocatoriamente preservativi e gianduiotti.
Informato delle contestazioni, Salvini appena prende la parola commenta: «Buon Natale a tutti, anche a quegli sfigati e disadattati lì fuori. Hanno bisogno di affetto. Noi vogliamo bene a tutti, anche ai loro genitori, che speriamo li rivogliano a casa. Anche se certi figlioli è meglio averli in strada che in casa»”.