ROMA – Raffiche di fumate nere, sia alla Camera che al Senato. Al primo giorno di lavori parlamentari gli onorevoli non hanno votato i presidenti. In nessuna delle votazioni, infatti, è stato raggiunto il quorum sufficiente. Tre votazioni alla Camera e due al Senato, tutte andate a vuoto. Risultato prevedibile e previsto, d’altra parte. I 5 Stelle hanno votato compatti i loro candidati, Roberto Fico alla Camera e Luis Alberto Orellana al Senato. Ma gli altri partiti, Pd, Pdl, Scelta civica, hanno votato scheda bianca. “Per mandare avanti le trattative”, dicono più o meno tutti.
Bersani freme in Transatlantico, tra uno spoglio e l’altro si lascia andare con i giornalisti. ”Il problema è fare un governo, ho capito ma bisogna anche governare. Ci sono cose urgenti da fare subito e stiamo perdendo settimane. Alcune misure sono assolutamente urgenti”. Intanto, a mandare segnali ai grillini, ci pensa Vendola, che nelle stesse ore, con entusiasmo, dice: ”Esprimo l’auspicio che il centrosinistra possa fare un atto unilaterale di generosità e di responsabilità: votare un candidato 5 Stelle anche senza nulla pretendere in cambio, anche se non c’è stata un’interlocuzione”, ovvero quello che vorrebbero i 5 Stelle. ”Il Movimento 5 Stelle ha vinto le elezioni – spiega Vendola – E’ il primo partito d’Italia. E’ bene che qui a Montecitorio abbia gli onori e gli oneri che competono a chi ha vinto le elezioni: la presidenza della Camera e che senta il peso politico del Paese sopra le sue spalle, come lo sentiamo tutti noi”. Qualcuno deve averlo preso in parola: sono 108 i grillini eletti alla Camera, nelle votazioni per il presidente i voti per Fico sono 108, poi 110, all’ultima addirittura 113.
Il Pdl ha votato scheda bianca, la linea l’ha dettata Alfano (Berlusconi era assente causa uveite, è uscito in giornata dal San Raffaele di Milano): “Siamo disinteressati alle presidenze di Camera e Senato, vogliamo invece un presidente della Repubblica di garanzia, che sia super partes”. In realtà rientrare nei giochi nella decisione delle presidenze di Camera e Senato significa essere un interlocutore per il Pd, cosa che interessa ancora al Pdl. Soprattutto se Grillo si ostina a chiudere la porta a qualsiasi trattativa. Giovedì si parlava di una trattativa Pd-Lega, Finocchiaro smentisce risoluta: “Leggo sui quotidiani di un mio “colloquio segreto” con i rappresentanti della Lega su ipotetiche trattative per le Presidenze delle Camere: è una notizia totalmente priva di fondamento”. In realtà sono state le parole di Calderoli giovedì a far pensar male: ”Considerato il risultato elettorale il Pd riconosca al Pdl la presidenza della Camera, rivendichi per sé stessa quella del Senato, dove Anna Finocchiaro è un candidato eccellente”.
E Monti? Lista civica vota in bianco. Le trattative vanno avanti. Con chi? Col Pd. I democratici, dopo una giornata di fumate nere, hanno deciso di spostare da venerdì sera a sabato mattina le assemblee dei gruppi di Camera e Senato e ha chiesto di ritardare le prime votazioni nei due rami del Parlamento in attesa di capire l’esito dei contatti in corso con le forze politiche, Scelta Civica in primis dopo che M5S ha chiuse i contatti. Sabato mattina, altro giro di votazioni.