ROMA, 10 NOV – ''Io e Monti siamo piu' amici che colleghi. Lo sento regolarmente. Ho estrema fiducia che lui possa dare quella garanzia al mondo finanziario e politico internazionale, che se dice una cosa la mantiene. Anche se certo, il governo tecnico e' un po' una sconfitta per la politica. Il paese e' ancora nella lunga transizione iniziata con la fine dei grandi partiti storici'': cosi' Romano Prodi, in una intervista alla Radio Svizzera di lingua italiana (RSI).
Se arrivasse una chiamata dell'amico Monti? ''Io – ha risposto Prodi – la mia parte l'ho gia' fatta. Ho preso un voto di non fiducia da parte del Parlamento. Dopo di questo mi sono ritirato. Sarebbe difficile inserire in un governo tecnico uno che ha fatto tanta politica come ho fatto io''.
L'Italia ce la fa? Il rischio bancarotta e' davvero reale? ''La situazione italiana – ha risposto l'ex premier – non e' disperata. In termini di debito e' esattamente quella che era quando abbiamo firmato l'ingresso nell'euro, cioe' pesante (121%di debito rispetto al Pil) ma non e' cresciuta rispetto a quella. Il problema sono i tassi di interesse e la sfiducia nel paese. La sfiducia nei mercati era totale nei confronti di Berlusconi. Io adesso credo che con un governo serio si possano mettere le cose a posto. Il problema e' la credibilita' e la serieta': quando io ero al governo lo spread era 0,30-040, non era mica 5-6 come adesso''.
Quanto all'ipotesi zona-euro solo per i paesi virtuosi, Prodi ha osservato: ''Ci sono tanti matti che fanno strane ipotesi. Se si disgrega l'euro e si divide in due, gli altri cominciano a svalutare come si faceva in passato e l'export della Germania va in malora, sarebbero fregati. Nell'euro siamo legati tutti, per interesse. Non e' piu' un matrimonio d'amore come quello fatto 10 anni fa''.
La gestione della crisi mostra l'asse Parigi-Berlino, Bce, Fmi in primo piano. Istituzioni europee ancora una volta al traino? ''L'asse – ha risposto Prodi – si e' spostato e l'Europa non e' piu' un'Europa comunitaria, ma e' un'Europa delle nazioni. E questo e' un grande problema perche': o le istituzioni europee riprendono il loro vigore, oppure saremo sempre sottomessi agli umori dei due paesi leader. Che poi ormai non c'e' piu' la parita' tra Francia e Germania: e' un motore con due pistoni, uno piu' grosso dell'altro. L'idea che gli incontri a due prima dei vertici possano risolvere i problemi dell'Unione e dell'eurozona e' un'idea del passato: bisogna rafforzare la commissione, il parlamento e le istituzioni europee''.
L'euro ci sara' ancora tra un anno? ''Nulla insegna piu' delle crisi. Tra un anno l'euro non solo ci sara' – ha detto Prodi – ma sara' ancora piu' forte. Litighiamo fra di noi, ma non siamo ancora matti''.
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