ROMA – Prima le province e subito dopo toccherà alle Regioni. E’ l’annuncio del ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi che in un’intervista alla Stampa spiega:
”A fine mese ci sarà un decreto che stabilirà modalità e tempi. Quindi saranno nominati dei commissari e si andrà al voto. Per il riordino, infatti, non è che si potesse attendere la naturale scadenza della consiliatura provinciale. Fatta la riforma, bisogna partire con il nuovo assetto quanto prima”.
Patroni Griffi, quindi, annuncia prima ”la rivoluzione delle Province” e poi, spiega, toccherà alle Regioni.
”Il riordino dei territori dovrebbe riguardare tutto. La nostra è una riforma mirata a ciò che in questa fase è possibile realizzare. E’ l’inizio di un percorso”, dice Patroni Griffi. Per le Regioni, ”credo che si possa ripartire da uno studio della Fondazione Agnelli di circa venti anni fa e che ipotizzava dodici Regioni”, osserva il ministro. ”In realtà le Regioni devono tornare ai compiti per le quali erano state create: attività legislativa e di programmazione. Inoltre – aggiunge – sempre in prospettiva le funzioni amministrative andrebbero affidate prevalentemente ai Comuni. Ma 8.100, di cui i due terzi sotto i 15 mila abitanti, sono troppi. E quindi è chiaro favorirne l’aggregazione”.
”Il nostro intervento non attacca l’autonomia regionale. L’obiettivo è quello di semplificare il rapporto tra Stato e cittadino”, sottolinea Patroni Griffi. Quanto alla corruzione, ”ogni norma può essere elusa, ma se si eliminano i troppi centri di spesa forse il percorso è più semplice, e le nostre riforme, ma anche quelle che lasceremo per l’avvenire, sono tasselli importanti di questo processo. Le modifiche al titolo V della Costituzione – conclude – vanno in questa direzione”.
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