Province resistono al riassetto: “Senza elezioni violata costituzione”

Province: Legge stabilità contro costituzione
Province: Legge stabilità contro costituzione

ROMA – Province resistono, o almeno ci provano, alla norma  di riassetto che  “vietando ai cittadini di votare chi li amministrerà, lede il diritto di voto libero, segreto, e non limitabile, sancito dall’articolo 48 della Costituzione”.

A dare voce a chi le province vuole tenerle perché le amministra è il presidente dell’Upi, Antonio Saitta, a proposito delle norme che impediscono le elezioni nelle Province.

“Il Parlamento – spiega Saitta – ha deciso di impedire libere elezioni e di non permettere ai cittadini di scegliere con il proprio voto chi dovrà essere ad amministrarli, sostituendo a tempo indefinito gli organi eletti con commissari nominati. Tanto più che non c’è nessun risparmio dalla cancellazione delle elezioni delle Province – aggiunge il Presidente – visto che, svolgendosi insieme a quelle europee e comunali, la spesa per lo Stato sarebbe stata la stessa. E’ un segnale gravissimo, contro cui ci opporremo in ogni modo. Ed è del tutto incoerente che un Parlamento, da cui ogni giorno si levano grida, giustamente, di scandalo contro il ‘porcellum’ che non consente ai cittadini di scegliere chi eleggere, decide di sostituire la democrazia con i commissari.

Sarò io, da privato cittadino – annuncia Saitta – a presentare il primo dei ricorsi perché non posso accettare che chi mi governerà, chi prenderà decisioni su come dovrà essere amministrato il territorio in cui vivo, sia stabilito attraverso scelte meramente spartitorie all’interno dei partiti politici. Una decisione, la mia, che non potrà essere strumentalizzata da nessuno, poiché sono al termine del mio secondo mandato e quindi non ricandidabile. Il Governo e il Parlamento possono decidere di svuotare le Province di creare una miriade di nuovi enti, ma non possono impedirmi di scegliere con il voto libero chi mi amministrerà”. 

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