ROMA – Sondrio perchè “interamente di montagna”. Rovigo per la “peculiarità de Polesine”. Benevento per la “particolarità dell’area sannita”. Tante le Province che si aggrappano a ripescaggi, ricorsi al Tar e dimissioni per protesta pur di non subire il taglio e l’accorpata prevista nel provvedimento sulla spending review.
Vanno accorpate le Province che non rispettano due requisiti: 350 mila abitanti e 2.500 chilometri quadrati, dice la spending. Ma adesso che ogni Regione deve ridisegnare la propria mappa tutti provano a svicolare. E allora prima dovranno essere definite le proposte dei Cal, i consigli delle autonomie locali, una sorta di organo tecnico delle Regioni. Entro il 25 ottobre poi le stesse Regioni gireranno la mappa di loro competenza al governo che subito dopo metterà insieme tutte le proposte con un decreto.
I tentativi di resistenza si moltiplicano da Nord a Sud. Come riporta il Corriere della Sera, la Lombardia scende da 12 a 8 Province, più la città metropolitana di Milano, ma chiede la deroga per Mantova, Sondrio e Monza. Viene invece accorpata a Lecco e Como la provincia di Varese, con il Pdl locale in agitazione. Il Lazio invece si rifiuta di studiare una proposta, con il Cal che appoggia la decisione della giunta Polverini che, tra gli ultimi atti prima delle dimissioni, ha impugnato la legge davanti alla Corte costituzionale.
La Toscana presenta due proposte ma chiede comunque di salvare Arezzo che rispetterebbe per un soffio il requisito dei 350 mila abitanti. Cancellata invece Brindisi, dove il presidente Massimo Ferrarese si è dimesso per protesta.
E se i ricorsi dovessero andare male le Province hanno già un piano di riserva: l’articolo 133 della Costituzione fissa le procedure per creare nuove Province, ed essendo di rango superiore, la norma non viene toccata dalla spending review.
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