ROMA – Quirinale. Ipotesi Rodotà. E’ l’unico candidato che alla quinta votazione prenderà un numero consistente di voti: 208 sicuri dal MoVimento 5 Stelle e 46 da Sel che torna a votare il candidato che ha sempre sponsorizzato. Ieri ne ha presi un numero equivalente, 213: solo che non c’erano quelli di Sel, ma quelli di una cinquantina di franchi tiratori Pd. Un piccolo segnale.
Sulla rete, sui giornali di sinistra (Il Manifesto: “Da Capo” titola oggi con una foto di Rodotà) il nome è invocatissimo. Anche la figlia, la giornalista Maria Laura Rodotà è uscita dal silenzio che si era imposta per postare la dichiarazione di una lavoratrice che loda il padre, unico tra le personalità di sinistra a stare, anche fisicamente, dalla parte dei diritti degli operai.
Per funzionare, l’ipotesi Rodotà deve smuovere una specie di richiamo della foresta nel mondo di sinistra. Nel Pd la componente cattolica non voterà mai un candidato percepito come laicista. E d’altronde servono i 3/5 del partito.
Quindi: ai 208 voti tra Sel e M5S devono essere aggiunti almeno 296 voti del Pd perché l’ipotesi Rdotà abbaia una chance di successo.