ROMA – Gustavo Zagrebelsky o Stefano Rodotà, perché possono mettere in difficoltà il Pd. Oppure un candidato “di bandiera”, come Gino Strada o Milena Gabanelli, da votare fino alla terza votazione per poi convergere, magari, su Romano Prodi, nome che non dispiace a Grillo e Casaleggio. Il secondo turno delle Quirinarie è fissato per lunedì 15, il web sceglierà il candidato alla presidenza della Repubblica. E gli scenari che il Movimento 5 Stelle sta valutando sono due. E’ probabile che vinca un professore stimato anche dal centrosinistra, come Rodotà o Zagrebelsky, ma altrettanto probabile è la vittoria di un esponente della società, Strada o Gabanelli per intenderci.
La prima opzione ha il vantaggio di vedere il M5S compatto a votare il proprio nome fino alla quarta votazione, magari chiedendo al Pd di appoggiare il proprio candidato, cosa che potrebbe mettere in difficoltà i democratici visto che i nomi piacciono anche al centrosinistra.
L‘altra opzione è che vinca un candidato di bandiera, Gabanelli o Strada ad esempio. Il dibattito nel Movimento è: va sostenuto fino in fondo? L’idea è di votarlo fino alla terza votazione, poi, se il Pd decidesse in rottura col Pdl di sostenere Prodi, se ne potrebbe discutere. Il M5S potrebbe insomma a quel punto appoggiare Prodi. Prima c’è il secondo turno delle Quirinarie, certo, ma influenzarne l’esito non sarebbe così difficile. Il perché lo spiega il Corriere della Sera:
Alla soluzione Rodotà stanno lavorando in molti. Perché è vero che il voto è libero, ma la base elettorale è formata in gran parte da militanti, rappresentanti di meet up locali. Gli elettori certificati sono 48 mila, ma i votanti effettivi saranno di meno (quanti siano stati al primo turno è ancora incredibilmente un mistero). Persone che in questo weekend hanno incontrato i parlamentari, di ritorno sul territorio. E l’indicazione data da molti, in un lavoro necessariamente sotterraneo, è stata quella: Rodotà o al limite Zagrebelsky.