ROMA – Virginia Raggi, la donna del Colle (Campidoglio non quell’altro) pare proprio abbia scelto e deciso. Tra i sui membri di Giunta, insomma tra i componenti del suo governo cittadino corre voce che finalmente arriva quel che si può chiamare il “ministro dei soldi”, cioè l’AssessOre al Bilancio. E corre forte anche un nome, quello di SalvatoreTutino.
Prima di assegnare l’incarico però Raggi sindaca ha programmaticamente depotenziato l’incarico, in termini politichesi amministrativi ha diviso le deleghe. Il “ministro dei soldi” di Roma non avrà la delega, cioè il potere sulle partecipate. Ora “partecipate” a Roma vuol dire molto, moltissimo. Significa azienda trasporti a azienda raccolta e smaltimento rifiuti. Cioè decine di migliaia di dipendenti, cioè un sacco di stipendi che il Comune paga, cioè aziende che chiudono in passivo ogni anno, cioè aziende che oltre che in regolare rosso di bilancio allineano da tempo la più bassa produttività, il più alto assenteismo, il maggior numero di assunti con parenti malati da assistere…In tutte queste classifiche le “partecipate” romane primeggiano in Italia.
Ma non c’è solo Atac e Ama, ci sono perfino le farmacie comunali che riescono a perdere soldi e il lunghissimo elenco di società “partecipate” appunto chi si occupano in teoria di tutto e in pratica di spargere su Roma ruscelli, pozzanghere, spruzzi di denaro pubblico, ora qua ora là. Tutti insieme fanno un Comune che viaggia a un miliardo e duecento milioni di deficit l’anno, che ha un debito pregresso di circa 13 miliardi e per il quale ogni anno i contribuenti, non solo romani gravati dalla massima addizionale Irpef possibile, italiani tutti versano 500 milioni in tasse.
Di “partecipate” che sono gran parte del rosso di bilancio del Comune di Roma l’AssessOre al bilancio di Roma però non si occuperà, lo farà qualcun altro, ancora non si sa chi. Salvatore Tutino, magistrato della Corte dei Conti, esperto di materia fiscale e di contabilità pubblica sembra proprio sia il prescelto. Nonostante a suo tempo Carla Ruocco, Direttorio M5S, definì Tutino “Uno della Casta”.