Riforme, i millegiorni di Matteo Renzi. In cantiere anche le coppie gay

Riforme, i millegiorni di Matteo Renzi. In cantiere anche le coppie gay
Matteo Renzi (Foto Lapresse)

ROMA – Con in tasca la nomina tutt’altro che scontata di Federica Mogherini a Lady Pesc, il premier Matteo Renzi torna a casa soddisfatto e pronto ad alzare il sipario sui “millegiorni”, il programma di legislatura con cui intende “cambiare verso” all’Italia. Un piano articolato e a lungo termine per “scardinare il sistema”, è la promessa, far uscire il paese dalla recessione e far tornare “l’Italia ad essere leader in Europa”. In cantiere ci sarebbe pure una legge sulle coppie gay.

“Passo dopo passo” è il nuovo slogan che Renzi si è dato venerdì al termine del Cdm di fine estate che ha varato lo Sblocca-Italia e la riforma della Giustizia. Ma non la riforma della Scuola, posticipata a mercoledì. Passo-dopo-passo Renzi cambia ritmo, ma non obiettivi. E stabilisce un lasso di tempo ben preciso: dal primo settembre al 28 maggio 2017.

Smentendo chi gli attribuisce a giorni alterni il retropensiero delle urne anticipate, Renzi vuole imprimere un altro passo all’esecutivo, a sei mesi dal suo avvio. Da campione del “tutto e subito”, prova a scrollarsi di dosso la fastidiosa nomea di “governo degli annunci” e guarda al lungo periodo. E’ curioso, osserva Fabio Martini sul quotidiano la Stampa, che il cambio di passo avvenga proprio nel momento in cui diversi soggetti (Bce, Ue e Capo dello Stato) spingono invece perché l’Italia acceleri e affronti di petto le riforme strutturali.

Più chiaro è stato il sottosegretario Graziano Delrio che, rispondendo alle esortazioni del numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha assicurato:

“I mille giorni non rappresentano un rallentamento, ma il tempo per far atterrare le cose nella vita quotidiana delle persone. Non abbiamo mai promesso di cambiare il paese in trenta giorni”.

Insomma non un nuovo corso dell’azione di governo, ma un lavoro più puntuale per portare a termine le riforme già messe in cantiere e concentrare le energie sui temi che sono “il problema N.1″: lavoro e crescita.

Intanto Renzi, rientrato a tarda notte da Bruxelles, dove si è svolto il vertice europeo, incassa un’altra vittoria: la scelta, niente affatto scontata fino ad un mese fa, del ministro degli esteri italiano ad Alto Rappresentante, rafforza a suo avviso l’Italia. E soprattutto, ripete ai suoi, “ci attribuisce un ruolo e una responsabilità importante” nella “nuova” Europa che Renzi vuole costruire.

Al centro della rinascita europea, c’è la battaglia sulla flessibilità: alla cena dei capi di stato e di governo europei, Renzi ha capito che sarà molto arduo ammorbidire i rigoristi, Germania in primis. Proprio per avere voce più alta in Europa il presidente del consiglio fa partire il countdown dei mille giorni, illustrando in una conferenza stampa, interventi, riforme e tempi dell’azione di governo.

Entro l’anno, dunque, il governo punta ad approvare la riforma del lavoro, molto attesa sia dalla Ue che da Mario Draghi, per creare, anche riscrivendo lo Statuto dei lavoratori, nuove occasioni di lavoro. Al fianco delle riforme costituzionali, già messe sui binari, il governo si concentrerà sulla crescita, creando le condizioni per rendere l’Italia più attrattiva agli investitori stranieri.

Carte coperte sugli altri provvedimenti in cantiere. Trapela l’ipotesi di una legge sui diritti delle coppie gay. Scrive Martini sulla Stampa:

“Si sa già che il minimo comun denominatore che unisce Pd e Ncd riguarda il “modello tedesco” ma l’incognita finora ha riguardato la tempistica: Renzi, nei giorni scorsi ha confidato che presenterà la riforma in autunno”.

Renzi comunque è determinato a dimostrare che “Facciamo sul serio altro che annunci”, e difende a spada tratta il lavoro fatto nel consiglio dei ministri della ripresa.

“Abbiamo fatto un lavoro molto serioper tratti inedito nella storia della Repubblica italiana. Le critiche dell’Ance sono facilmente fugabili: le risorse fresche sono molto più di 3 miliardi. E non sono d’accordo con le critiche di Legambiente: se c’è petrolio in Basilicata sarebbe allucinante, soprattutto in questa situazione internazionale, rinunciarvi”.

Ed è anche per rivendicare i risultati dell’azione di governo, alla faccia di gufi e frenatori, oltre che per stare a contatto con il paese reale che Matteo Renzi, sta pianificando un nuovo tour in Italia sulla scia delle visite dell’ultimo mese a Bagnoli e Termini Imerese.

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