ROMA – Roberta Pinotti e l’aereo blu: la ministro prosciolta, maresciallo “spione” a processo. Quando venne diffusa la notizia che Roberta Pinotti, ministro della Difesa, il 5 settembre 2014 era tornata a casa a Genova da roma con un aereo militare, su di lei si scatenò un putiferio mediatico. Inchieste, interrogazioni parlamentari, rinvii a giudizio… Il Movimento 5 Stelle ci montò una campagna per rimuovere il ministro che viaggiava in “aereo blu”.
Alla fine procura militare e tribunale dei ministri scagionarono completamente Pinotti dall’accusa di peculato d’uso perché l’aereo era già previsto facesse quella tratta e anzi quel viaggio fece risparmiare qualche euro. Ministro prosciolto ma maresciallo a processo: sì, perché la “manina” che rese di pubblico dominio piano di volo e altre notizie riservate, quelle stesse che portarono al presunto scandalo, sarà processato il 23 maggio.
Ora, scrive GrNet, il militare deve rispondere del reato di «Rivelazione di notizie di carattere riservato aggravato» (articoli 91-93, 47 n. 2 del Codice penale militare di pace) poichè, secondo l’accusa, «in date prossime, anteriori e successive al 5 settembre 2014 acquisiva copia del `manifesto passeggeri´ inerente al volo addestrativo effettuato il 5 settembre 2014 dal velivolo Falcon 50 matr. 62029 con nominativo IAM 3122 e tratta Ciampino/Sestri e viceversa, ed effettuava uno screen-shot della nota del giorno delle missioni di Reparto, accedendo con il proprio account nei dati inseriti al sistema elettronico `sparviero´ e fotografando l’immagine di una situazione transitoria collegata alla preparazione del programma giornaliero dei voli del 306/o Gruppo Volo per il 5 settembre 2014; quindi, rivelava a terzi non legittimati la notizia riservata – racchiusa nel manifesto di volo – relativa alla presenza, tra i passeggeri, del Ministro della Difesa Sen. Roberta Pinotti, fornendo altresì l’acquisita immagine della `nota del giorno delle missioni del 306/o Gruppo Volo´». (Il Secolo XIX)