ROMA – Il Commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca fino a quando surrogherà funzioni e poteri di consiglio, giunta e sindaco messi insieme nella città di Roma? Si pensava che, come naturale scadenza, la prossima finestra elettorale di maggio 2016 (si rinnovano i consigli comunali di Milano, Torino e altri comuni) fosse quella giusta perché la Capitale possa riavere un sindaco scelto dal popolo. Su L’Espresso di questa settimana, Lirio Abate scommette che non sarà così, un rinvio è alle porte.
Il commissariamento del Comune di Roma potrebbe essere prorogato oltre la data di giugno. A Palazzo Chigi è sempre più concreta l’ipotesi di un possibile rinvio delle elezioni nella Capitale. Grazie a una proposta di legge del Pd che verrà depositata nei prossimi giorni, mettendo mano alla città metropolitana di Roma, riformando in questo modo il modello di governo capitolino. Se dovesse essere approvata gli elettori saranno chiamati a votare non più per il Comune ma per la nuova istituzione. (Lirio Abate, L’Espresso).
L’articolo citato non si concentra però sulla proroga del commissariamento. Piuttosto insiste sulla gestione attuale degli affari correnti romani del commissario Tronca (da cui il titolo “Così si Tronca il rinnovamento di Roma”).
Secondo Abate a dispetto della funzione prefettizia, il governo della Capitale sembra tornare alla “zona grigia” degli interessi particolari, della commistione politica-affari. A suffragio di quanto scrive Abate denuncia la riabilitazione dei dirigenti di Alemanno, i rapporti privilegiati con gli esponenti dell’Ncd di Alfano. Spicca, soprattutto, la rimozione data per imminente di Serafina Buarné da attuale segretario generale di palazzo Senatorio. Nominata la scorsa estate da Ignazio Marino, Buarné si è occupata di rivedere e riscrivere il regolamento degli appalti, introducendo la centrale unica di committenza. Un modello citato anche da Raffaele Cantone, lo “sceriffo” anti-corruzione. Sarà per questo che dà fastidio?