ROMA-Ma Ruby, quanti anni ha? E quando è nata? Questione centrale nel processo che vede Silvio Berlusconi imputato. Se Ruby è nata nel 1992, allora quando cominciò a frequentare la casa del premier ad Arcore era minorenne, se invece fosse nata nel 1991, o meglio ancora nel 1990, Ruby all’epoca delle prime cene a casa del Cavaliere sarebbe stata maggiorenne e invece che di reati parleremmo al massimo di “discutibili” frequentazioni. Ieri, 10 marzo, il Fatto Quotidiano, ha pubblicato un pezzo in cui una funzionaria dell’anagrafe marocchina racconta che le sono stati offerti soldi da alcuni italiani, distinti nei modi e fermi nelle intenzioni, per retrodatare l’atto di nascita di Karima el Mahorug. Berlusconi ha querelato il quotidiano, i suoi avvocati hanno detto che il solo ipotizzare qualcosa del genere reca danno al loro assistito. Ma non solo Il FAtto Quotidiano ne ha parlato, anzi a parlarne per primo, e con toni ottimistici e soddisfatti per la novità e le sue conseguenze, era stato Il Giornale.
La “querelle” sull’età, anzi sul certicato di nascita di Ruby Rubacuori ha radici più antiche e non parte dal giornale di Padellaro e Travaglio. I primi a mettere in discussione la data di nascita delle giovane marocchina sono stati, nell’ordine, Il Giornale, Silvio Berlusconi, e di nuovo Il Giornale. Il primo tentativo di trasformare Ruby da minorenne a maggiorenne è datato 8 febbraio 2011, data da tenere a mente. Quel giorno il quotidiano diretto da Sallusti pubblicò un articolo, firmato da Luca Fazzo, dal titolo “Giallo Ruby, per la difesa era già maggiorenne” (facilmente reperibile su internet a questo link). Il pezzo partiva a spron battuto “Ma sulla scena del «Rubygate» i difensori del premier fanno entrare anche un nuovo fronte di indagine. Quanti anni ha davvero – si chiedono gli avvocati – Karima, ovvero «Ruby Rubacuori», la ragazza marocchina che per la Procura è «parte offesa» del reato di prostituzione minorile contestato a Berlusconi? Nel fascicolo dell’inchiesta, sostengono i legali Niccolò Ghedini e Piero Longo, c’è un atto secondo il quale «Ruby» non è nata nel 1992 ma nel 1991. Pertanto era già maggiorenne nella primavera scorsa, quando si recò ripetutamente nella villa di Arcore del presidente del Consiglio.
L’atto che lo afferma è stato individuato da Ghedini e Longo all’interno dell’invito a comparire notificato alla consigliera regionale Nicole Minetti…”. Scorrendo poi il testo di Fazzo si scopre che il documento in questione non è così dirompente “A pagina 141 dell’invito è riportato un verbale di denuncia steso l’1 maggio 2009 davanti ai carabinieri della stazione di Crescenzago dalla ragazza, che poco prima è stata scippata nella zona di corso Buenos Aires. La giovane dichiara che uno sconosciuto, probabilmente rumeno, le ha strappato la borsetta contenente la rispettabile somma di 5.500 euro. Nell’intestazione della denuncia compaiono le generalità della giovane: «Ruby Eyek, nazionalità egiziana, nata in Egitto l’1 novembre 1991, residente a Letojanni in provincia di Messina»”. Difficile pensare di basare una difesa su una denuncia in cui il nome e il luogo di nascita dichiarati sono palesemente falsi. Difficilissimo pretendere di desumere una data di nascita diversa da quella universalmente conosciuta sulla base di un documento che contiene più elementi di fantasia che reali. Non a caso la cosa finì lì e per un mese né i legali del premier né Il Giornale tornarono più sulla questione.
A ridare slancio alla vicenda ci pensò poi lo stesso Berlusconi che ad inizio marzo dichiarò felice: “Abbiamo la prova che Ruby è stata registrata all’anagrafe marocchina due anni dopo la sua nascita”, almeno stando a quanto scrisse ancora una volta il Giornale in un pezzo firmato da Adalberto Signore ed intitolato “Il Premier cala l’asso: Ruby era maggiorenne”.
«Una prova – continua l’articolo – che presenteremo durante il processo». Insomma, è il ragionamento del premier, «anche a credere alle accuse inverosimili della procura di Milano non ci sarebbe alcuna ipotesi di reato». Perché significherebbe che quando Ruby ha messo per la prima volta piede ad Arcore era già di fatto maggiorenne da tempo. Ed è anche per questa ragione che nelle sue chiacchierate private il capo del governo ostenta sicurezza e si dice sicuro che alla fine «ancora una volta si risolverà tutto in una bolla di sapone». Nonostante nel suo entourage ci sia chi predica prudenza, perché per quanto possano essere accurate le indagini difensive – che pare siano sbarcate anche dall’altra parte del Mediterraneo – c’è comunque da mettere in conto un’oggettiva difficoltà di reperire materiale e documentazione risalente a quasi venti anni fa in un Paese come il Marocco.
A questo punto siamo arrivati all’inizio di marzo, il pezzo del Giornale riporta la data del 3. Alle dichiarazioni festose del Premier segue più o meno il nulla. Nessuna prova esibita, anche se ad onor del vero andrebbero esibite in tribunale, ma soprattutto nessuna nuova dichiarazione, nessun nuovo articolo o titolone che insistesse sul punto dato per certo, ed esiziale per le sorti processuali, della provata maggiore età di Ruby. Solo qualche blanda e poco ripresa dichiarazione del padre di Ruby che smentiva i fatti raccontati da Berlusconi. Strano.
Arriviamo quindi all’articolo pubblicato il 10 marzo dal Fatto che cita una funzionaria marocchina contattata da italiani che le offrirono soldi per cambiare la data di nascita di Ruby. Dall’articolo sappiamo che sarebbe stata la stessa funzionaria a contattare la redazione del giornale diretto da Padellaro tramite parenti in Italia e apprendiamo anche la data in cui ci sarebbe stato il presunto abboccamento: il 7 febbraio. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si prende diceva Andreotti, e proviamo allora a pensar male. Dall’articolo del Fatto sappiamo che alcuni italiani il 7 febbraio si presentarono in Marocco per modificare la data di nascita di Ruby e, casualmente, lo stesso giorno il Giornale preparava un pezzo, uscito il giorno dopo 8 febbraio, che tirava per la prima volta in ballo una possibile data di nascita differente per la giovane marocchina. La missione marocchina, ammesso e non concesso che sia esistita, partita non si sa per conto di chi, fa un buco nell’acqua e al di qua del Mediterraneo non si parla più della data di nascita di Ruby. Un mese dopo circa Berlusconi tira nuovamente fuori la cosa e, sempre il Giornale, parla di “indagini difensive – che pare siano sbarcate dall’altra parte del Mediterraneo”. Passa una settimana e scopriamo che forse qualcuno è effettivamente andato a bussare all’anagrafe del paesino dove nacque Ruby. A pensar male ne esce fuori una situazione disperante. Le affermazioni del Fatto vanno provate e che qualcuno da parte degli avvocati di Berlusconi sia andato in Marocco è tutt’altro che confermato. Ma è almeno singolare la sequenza delle coincidenze: Il Giornale che annuncia la “diversa età” di Ruby, il premier che ne parla, Il Giornale che ci torna sopra e quindi Il Fatto Quotidiano che dà la sua versione e ricostruzione dei fatti.
Una storia poco chiara, una storia piena di strane coincidenze, una storia che ricorda quella della fidanzata di Berlusconi. A proposito, che fine ha fatto la tanto felicemente pubblicizzata fidanzata del Premier? Si sono lasciati? E’ emigrata perché di sinistra? Difende la sua privacy? Almeno lei dimostri che non era l’ennesima invenzione e batta un colpo. Sarebbe un bel colpo di scena.