Vincenzo Angelini, il “re” delle cliniche private abruzzesi, è finito agli arresti domiciliari per bancarotta. Con le sue accuse, nel luglio 2008, aiutò la magistratura pescarese che decapitò la giunta regionale di centrosinistra: 11 assessori erano stati arrestati per presunte tangenti, tra cui il governatore d’Abruzzo ed ex sindacalista Cgil Ottaviano Del Turco.
L’arresto era stato chiesto anche per l’imprenditore Angelini ma, essendo testimone e collaborando alle indagini, il Gip decise diversamente. Dal 18 febbraio scorso, comunque, data delle richieste di giudizio per la “sanitopoli” abruzzese, Angelini figura tra i 32 imputati ma senza avere fatto un solo giorno agli arresti. Adesso però la procura di Chieti ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale aggravata dal falso in bilancio.
Lo scorso 17 febbraio il Tribunale di Chieti aveva dichiarato fallita la casa di cura Villa Pini srl e le annesse strutture psichiatriche, la cui conduzione nel marzo 2009 era passata dall’imprenditore ai familiari. Le indagini dirette dal pool di magistrati composto dal procuratore capo della repubblica di Chieti, Pietro Mennini, con i sostituti Giuseppe Falasca e Andrea Dell’Orso, hanno accertato una distrazione reiterata nel tempo delle risorse finanziarie della società Villa Pini per oltre 100 milioni di euro, con prelievi ingiustificati dai conti correnti aziendali.
L’inchiesta è scaturita dalla trasmissione alla procura di Chieti di parte degli atti dell’inchiesta sulla sanità coordinata dalla Procura di Pescara. L’ordinanza del Gip, dice la Finanza, parla di continui prelievi di somme per oltre 95 milioni di euro dai conti correnti intestati alla clinica “Villa Pini” in favore di se stesso e della “Novafin” Spa, Holding del gruppo; l’iscrizione nei bilanci della società Villa Pini di valori dell’attivo fittizi; aumenti ingiustificati delle passività della casa di cura attraverso l’iscrizione di ipoteche per 30 milioni di euro sugli immobili, tutto per ottenere ulteriori liquidità. Nel frattempo, i lavoratori di Villa Pini sono da 392 giorni senza stipendio.
La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per un valore superiore ai dieci milioni di euro che Angelini stava cercando di portare altrove. Molti i quadri tra cui Guttuso, De Chirico e Tiziano, una cui opera ha un valore stimato di oltre 900 mila euro.
Fuori dal fallimento sono rimaste le altre aziende del gruppo Angelini (San Stefar, Maristella, Santa Maria di Avezzano ed altre), anche se il loro futuro è incerto.