Scajola, Berlusconi frena sul nome del successore: “per ora tengo l’interim”

Silvio Berlusconi

Prende tempo Silvio Berlusconi e per il momento mantiene l’interim dello Sviluppo Economico, cioè avoca a sé la titolarità del dicastero, in attesa di scegliere. Se lo facesse ora,  avrebbe addosso la Lega, che sembra voler reclamare per sé un ministero così importante e, dicono i malvagi, anche così redditizio. Berlusconi non lo può lasciare in mani non controllate, perché dal ministero dello Sviluppo passa il nucleare, campo nel quale Berlusconi ha mostrato di essere iperattivo, stringendo accordi con il francese Nicolas Sarkozy e con il russo Vladimir Putin. A riprova della necessità per Berlusconi di blindare il ministero, ieri la voce più accreditata dava come successore di Scajola Paolo Romani, cioè un fedelissimo della prima ora, da Berlusconi infatti messo a presidiare il ministero per lui chiave, quello delle Comunicazioni. I rischi di una nuova tempesta politica sulla scelta di Romani hanno però frenato Berlusconi, che in serata ha comunicato la volontà di temporeggiare.

Berlusconi intanto ha scaricato l’ormai ex ministro Claudio Scajola e ha giudicato un passo inevitabile le dimissioni vista la situazione venutasi a creare: è tornato sull’argomento nel corso di una cena con una ventina di senatori  a Palazzo Grazioli.

Berlusconi, da insuperabile maestro della bugia e delle spiegazioni sempre pronte (Noemi et Patrizia docent) non ha gradito come Scajola si sia impappinato nel giustificare l’eccessivo divario tra i prezzo da lui pagato per la casa dello scandalo e quello di mercato. A riprova si può portare l’atteggiamento diverso di Berlusconi nei confronti di Guido Bertolaso, il quale in fatto di arroganza e di spiegazioni sempre pronte e un gran maestro di fronte a un maestro. Verso Bertolaso, ancora nello stesso giorno di martedì, Berlusconi ha sempre dimostrato una tenerezza e una affettuosità degne di miglior causa e ha praticamente avviato un processo di beatificazione cui ha dato una mano anche il Papa, Benedetto XVI.

Scajola invece si è fatto beccare ocn le dita nella marmellata e il suo Capo lo ha scaricato. Berlusconi ha spiegato ai senatori del Pdl che la posizione di Scajola era ormai indifendibile, visto che la vicenda toccava un argomento, la casa, che colpisce molto la gente. Berlusconi ha spiegato di voler tenere l’interim in attesa che si trovi un sostituto.

Berlusconi, secondo quanto riferito, non avrebbe fatto menzione dell’ipotesi di uno spacchettamento del dicastero pur sottolineando l’importanza del nucleare, tema di competenza del ministero dello Sviluppo Economico. “E’ un argomento molto importante, ha sottolineato, che deve essere spiegato in modo molto accurato ai cittadini”. Nessun accenno ai possibili successori del ministro dimissionario ma solo l’intenzione di voler attendere prima di scegliere un nuovo ministro.

Berlusconi ha sostanzialmente ribadito quanto detto nel comunicato diffuso ieri pomeriggio, aggiungendo però delle considerazioni che alcuni presenti hanno così riassunto: quello delle case è un tema delicato, sensibile, perché è un argomento che colpisce molto la gente, è stata la premessa del Cavaliere. Nel caso specifico, secondo Berlusconi, se si compra una casa che vale circa un milione e 800 mila euro e la si paga poco più di seicentomila euro, vuol dire che c’é qualcosa che non va e uno si deve fare delle domande. E se, ricoprendo per di più un ruolo pubblico, non può spiegare agli italiani perché l’abbia pagata così poco, è inevitabile che si rassegnino le dimissioni. Un ragionamento che un senatore presente ha sintetizzato spiegando che per Berlusconi la posizione di Scajola era ormai indifendibile.

Ieri  intanto Berlusconi e Scajola si sono abbracciati, dopo l’incontro affettuoso nello studio del premier a palazzo Chigi. Berlusconi ha detto al suo ex ministro: “Vedrai, potrai difenderti meglio. E se dimostrerai la tua estraneità, se ne esci pulito come io credo penso ad un ruolo forte per te nel partito”. Sono parole, quelle riferite, di apparente hrande affettuosità ma che anche dimostrano il gelido e inesorabile scarico.  Addirittura c’é chi nella maggioranza non dà credito alla versione di dimissioni decise al mattino dal ministro, turbato dalla lettura dei giornali (compreso ‘Il Giornale’ e ‘Libero’) e crollato di fronte a diverse “ricostruzioni giornalistiche contraddittorie”. Sarebbe stato invece Berlusconi, si riferisce, ad indicare la via delle dimissioni come unica possibile a Scajola, rientrato in fretta dalla missione in Tunisia.

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