Scandalo Roma, M5s e Forza Italia: “Ignazio Marino dimettiti”

Scandalo Roma, M5s e Forza Italia: "Ignazio Marino dimettiti"
Ignazio Marino

ROMA – “Ignazio Marino si dimetta“. Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio del Movimento 5 stelle chiedono le dimissioni del sindaco di Roma dopo lo scandalo che ha travolto il Comune.

Anche Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, si è detto “preoccupato” per il terremoto che ha investito i politici di Roma coinvolti nel “Mondo di Mezzo“. Non solo M5s  chiede le dimissioni di Marino e della giunta comunale, ma anche Forza Italia.

Intanto Matteo Orfini, presidente dem, su Twitter ha annunciato le auto-sospensioni di Daniele Ozzimo, Mirko Coratti, Eugenio PatanèE anche il caso di Micaela Campana e del “bacio grande” a Salvatore Buzzi continua ad alimentare lo scandalo. Intanto il Campidoglio è finito nel mirino dell’Antimafia, mentre Marino ha annunciato l’avvio della rotazione dei dirigenti.

Nonostante l’apertura di Marino a M5s, i consiglieri comunali di Roma avevano annunciato di essere pronti a collaborare ma non ad entrare in giunta, come ha dichiarato la mattina del 6 dicembre Marcello De Vito:

“Siamo pronti a collaborare sulle questioni principali che interessano ai cittadini: dal piano di rientro ai risparmi che possono essere fatti fino alle unioni civili. Siamo pronti a discutere delle nostre proposte con il sindaco”.

Ma in serata per il sindaco di Roma è arrivata la scomunica ufficiale di Grillo, che stronca di fatto la possibile collaborazione dei consiglieri M5s:

“Per il bene della città e del Paese, Marino faccia un passo indietro. Il Movimento vuole una Roma libera dalla mafia, una Capitale guidata da persone oneste e trasparenti che combattono realmente la corruzione. Per questo, alla luce dei gravissimi fatti emersi e che continuano a emergere dall’inchiesta mafia capitale, chiediamo al prefetto di valutare con urgenza la possibilità di sciogliere il Comune di Roma per infiltrazioni mafiose”.

La replica di Marino non è mancata, replica che parla di “schizofrenia” tra i leader Grillo e Casaleggio e il gruppo di M5s in Comune a Roma:

“Anch’io mi sto convincendo con rammarico che il M5s non vuole assolutamente nessuna responsabilità e nessun impegno. E vuole fuggire da qualunque condizione che li metta nella situazione di prendere decisioni”.

Anche Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, chiede ai coinvolti nello scandalo di dimettersi:

“Tutti a casa. Chiedo ai partiti uno sforzo comune: si devono tutti dimettere. Vogliamo gente nuova che assicuri gestione trasparente. Non possiamo accettare che Roma, la urbs urbi più famosa del mondo, la nostra Capitale, possa essere gestita da chi è compromesso”.

Le auto-sospensioni annunciate da Orfini su Twitter per i tre esponenti democratici indagati, che hanno già lasciatogli incarichi di assessore alla casa del Comune di Roma, presidente del consiglio comunale e consigliere regionale nel Lazio, non sono servite a placare gli animi, infuocati anche dal caso Campana.

La deputata del Pd, dallo scorso settembre nella segreteria nazionale con delega al Welfare e terzo settore, compare tra i 38 indagati per un sms a Buzzi, in cui lo definisce “Grande capo”. Un sms per cui la Campana ha minacciato querela, criticando il “linciaggio mediatico” ricevuto, e in una nota spiega:

“Se avessero pubblicato tutto l’sms sarebbe riscontrabile che io non procedo a fare l’interrogazione parlamentare. Si tratta di una intercettazione ambientale tra due persone di cui una parla in modo confuso e ipotetico di me”.

E sempre nella nota spiega di aver

“conosciuto Salvatore Buzzi come presidente di una delle più grandi cooperative di Roma e come dirigente della Legacoop e per me, fino a martedì scorso, era solo questo. E’ doveroso ricordare che ho iniziato la mia esperienza politica come iscritta in un circolo del Pds in Tiburtinadovesono stata, tra le altre cose, assessore municipale, e in questa veste ho avuto modo di interloquire con moltissimi cittadini e realtà locali, tra le quali sicuramente anche la ’29 giugno’. Alla luce delle tematiche sociali delle quali mi occupo da circa 20 anni, non avrei avuto alcun motivo per ritenere sconveniente la conoscenza del Buzzi”.

Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha annunciato che presto sentirà il prefetto e i segretari di partito e a Marino consiglia l’istituzione di una task-force:

“Dovrebbe essere lo stesso sindaco di Roma, Ignazio Marino, a chiedere di essere affiancato da una commissione che lo aiuti a capire dove si annidano gli ‘invisibili’.Occorre una task force che possa individuare chi ha sbagliato e fare pulizia oppure, se la penetrazione della criminalità è presente anche in altri settori, oltre a quelli già individuati, richieda lo scioglimento del Comune”.

E rispondendo ai giornalisti che l’hanno intervistata all’evento “Più libri più liberi” a Roma ha detto:

“Mi permetto di invitare il prefetto di Roma a leggere l’ordinanza del procuratore Pignatone. Il modello romano è originale e originario, come dice lo stesso Pignatone nell’ordinanza. Quella di Roma si può chiamare mafia perché usa il metodo mafioso fatto di metodi violenti, capacità di far soldi soprattutto sul pubblico e rapporti con la politica. E invito il prefetto Pecoraro a non fare l’errore della rimozione”.

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