Scuola/ In vigore il nuovo regolamento di valutazione, mentre i “rimandati” studiano per gli “esami di riparazione”

Nuovo regolamento di valutazione per gli studenti della scuola italiana. Nel testo, in vigore da oggi, si conferma l’obbligo per essere ammessi alla maturità di acquisire la sufficienza in tutte le materie (sia alle scuole medie che alle superiori) e l’equiparazione dei docenti di religione ai colleghi delle altre materie ai fini dell’assegnazione dei crediti scolastici.

Il provvedimento non prende quindi in considerazione il parere contrario espresso dai giudici del Tar del Lazio il 17 luglio scorso, secondo cui, per non discriminare quel 10 per cento scarso di allievi che non si avvale della religione, non bisognerebbe rendere utile la frequenza della materia ai fini dell’assegnazione dei punti utili alla formulazione del voto di maturità.

Il comma 3 dell’articolo 6 del nuovo regolamento, però, non lascia spazio a dubbi: «In sede di scrutinio finale – si legge nel dpr 122 – il consiglio di classe, cui partecipano tutti i docenti della classe, compresi gli insegnanti di educazione fisica, gli insegnanti tecnico-pratici (…), i docenti di sostegno, nonchè gli insegnanti di religione cattolica limitatamente agli alunni che si avvalgono di quest’ultimo insegnamento, attribuisce il punteggio per il credito scolastico di cui all’articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 23 luglio 1998, n. 323, e successive modificazioni».

Tra l’altro, la mancata osservazione della pronunciamento dei giudici avviene attraverso l’adozione di un regolamento, quindi non con una procedura amministrativa, e comporta pochi problemi di incompatibilità applicativa rispetto a quanto stabilito dal tribunale laziale. In attesa che il Consiglio di Stato si pronunci, non sono ancora chiare le ripercussioni che l’adozione del nuovo documento avrà sugli esami di riparazione che cominceranno tra pochi giorni. Un nodo tutt’altro che marginale, se si tiene conto che i ragazzi di terza e quarta classe “rimandati a settembre”  sono quest’anno, in totale, poco meno di 285 mila, 52 mila dei quali (stando ai dati forniti dalla stessa Chiesa cattolica) non si avvale dell’insegnamento della Religione cattolica.

In generale, la presenza dei docenti di religione nel consiglio di classe non avrà, comunque, effetti attivi per tutte le operazioni di scrutinio: la materia, per esempio, non verrà presa in considerazione per la formulazione delle medie dei cosiddetti ottisti, gli studenti super-bravi che si presentano alla maturità senza aver frequentato il quinto anno.

Tra le altre novità, rispetto alla prima bozza di regolamento, la scomparsa del testo che prevedeva l’assegnazione del voto numerico anche durante le lezioni. Rimane in piedi, invece, il voto numerico per la certificazione delle competenze. Alle superiori, poi, ma solo a riforma avvenuta, ci sarà l’obbligo da parte degli alunni di aver frequentato almeno i tre quarti delle lezioni.

Pressoché confermata la particolare valutazione dei ragazzi che presentano con difficoltà specifiche di apprendimento adeguatamente certificate. «La valutazione e la verifica degli apprendimenti – si legge infatti nel dpr 122 – , comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tenere conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove di esame, sono adottati, nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei».

Intanto, gli studenti incappati quest’anno nella “sospensione del giudizio” sono alle prese con la preparazione degli esami di riparazione. Si tratta di quasi 613 mila ragazzi e ragazze dei primi quattro anni delle superiori chiamati tra fine agosto e i primi di settembre a dimostrare di avere colmato le lacune evidenziate a giugno. Soltanto dopo lo svolgimento dei compiti scritti e degli esami orali i consigli di classe si riuniranno nuovamente per sciogliere la riserva sulla promozione ed eventualmente assegnare il relativo credito scolastico ai ragazzi del terzo e quarto anno.

A questo punto si porrà il problema: chi ha frequentato le lezioni di Religione, visto che quasi tutte le fasce di punteggio variano di un punto, potrà aspirare a racimolarne uno in più? E come dovranno comportarsi i prof della materia interessata? In attesa di una risposta a questi interrogativi, i ragazzi si immergono nel rush finale: gli “esami di riparazione” sono ormai vicini.

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