ROMA – Pietro Grasso è il nuovo presidente del Senato. L’ex magistrato, una carriera spesa nella lotta alla mafia, ha ottenuto 137 voti, 20 di più dei 117 di Renato Schifani, presidente uscente. Le cifre testimoniano il “soccorso grillino”: una parte dei voti a Grasso, tra i 10 e 14 voti, sarebbero arrivati proprio dal Movimento Cinque Stelle.
L’esito della votazione è stato contestato dal Pdl e dalla Lega. In particolare il senatore Roberto Calderoli ha chiesto l’annullamento del voto: ”Perché il ballottaggio produca esito è necessario che il vincitore abbia la maggioranza anche relativa, contando anche le schede bianche. Se dovesse esserci un certo numero di schede bianche, nessuno dei due candidati al ballottaggio è in grado di arrivare a quella maggioranza relativa: e dunque la votazione va annullata”.
Decisiva, ai fini dell’elezione di Grasso, la scelta dei grillini di concedere la libertà di voto dopo una lunga e tesissima riunione interna. In un primo momento il Movimento Cinque Stelle sembrava aver scelto la linea dura del non voto. Una decisione a maggioranza che ha spaccato il dubbio con i senatori siciliani a capo della “rivolta”. In extremis il ripensamento e la decisione della libertà di voto.
I calcoli della vigilia, almeno secondo il Corriere della Sera, davano Grasso vincente per 125 a 115. Tutto considerando l’astensione di M5S e Scelta civica. Grasso ha ottenuto 12 voti in più. Non tantissimi, forse. Ma qualche grillino ha votato per lui.
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