ROMA – Stare al fianco di Mario Monti inizia a non convenire più ai partiti. Lo rivela un sondaggio realizzato per il Corriere della Sera da Renato Mannheimer. Per ora, in ogni caso, gli spostamenti sono minimi. Eppure, vista la fluidità del quadro politico, se Pdl e Pd iniziano a perdere terreno allora la sedia di Monti inizia a diventare improvvisamente traballante.
Dopo la manovra, spiega Mannheimer, a livello di blocchi la situazione è stabile. Un’ipotetica coalizione di centrosinistra (tutta da verificare visti i rapporti del Pd con Idv e Sel) continuerebbe ad avere una decina di punti di vantaggio, poco meno, su una altrettanto ipotetica coalizione Pdl-Lega.
“Il governo – si legge sul Corriere – ha subito dopo la presentazione della manovra un calo di consensi relativo sia alla persona di Monti (la fiducia si è abbassata di 11 punti in una settimana), sia l’esecutivo nel suo complesso (per il quale il calo è ancora maggiore e raggiunge il 18%). Buona parte di questo andamento dipende dal fatto che alla grande maggioranza degli italiani (78%) la manovra appare non equa, sia pur considerando i tempi stretti in cui la si è dovuta attuare. Ciononostante, il supporto popolare a Monti rimane ancora molto elevato e riguarda ancora la maggioranza assoluta o relativa (53% per la persona del presidente del Consiglio e 46% per il complesso del governo) degli italiani. Si tratta, considerando l’impatto così pesante della manovra economica, di valori eccezionalmente ampi, che mostrano come la gran parte dei cittadini abbia compreso la drammaticità della situazione e la necessità di un intervento veloce ed efficace”.
Quanto ai partiti nel centrosinistra Mannheimer attribuisce al Pd un 28.5%, a Sel il 6,7% e all’Idv il 7%. Nel centrodestra, invece, il Pdl è al 25,8% e la Lega all’8,6%. Terzo Polo in lieve flessione con Udc al 6.8% e Fli al 4.5%.