Sondaggio Emg, chi sarà il prossimo premier? Il 19% vuole Monti, il 13% Renzi

Matteo Renzi (LaPresse)

ROMA – Nonostante Mario Monti abbia fatto un leggero passo indietro dicendo “lasceremo il governo ad altri”, gli italiani lo vogliono come premier: almeno, secondo il sondaggio Emg per La7, il 19% degli italiani vorrebbe un nuovo governo con a capo Monti. Ma quello che sorprende è che a seguire a breve raggio Monti nelle preferenze degli italiani c’è il “rottamatore” Matteo Renzi, che conquista il 13% delle preferenze. E il Movimento 5 Stelle è l’unico partito a crescere nei consensi.

Tra i politici che gli italiani vorrebbero come prossimo premier seguono a breve distanza Monti e Renzi, Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani alla stessa quota: entrambi ottengono l’11% di preferenze di italiani che li vorrebbero come premier del prossimo governo italiano.

Dietro, la distanza aumenta: Beppe Grillo premier racimola il 5% delle preferenze, seguono a pari merito Nichi Vendola e Antonio Di Pietro con il 4% e, sorpresa, chiudono la lista con appena il 3% delle preferenze il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, quello di Fli Gianfranco Fini e il segretario del Pdl Angelino Alfano. Il sondaggio sembra oltretutto smentire quanti sostenevano nei giorni scorsi che “tecnici” come Luca Cordero di Montezemolo e Emma Marcegaglia avrebbero larghi consensi: nel sondaggio Emg entrambi si attestano sull’1% delle preferenze.

I risultati del sondaggio per quanto riguarda i partiti confermano l’andamento “anti-Casta” della corsa a Palazzo Chigi. A guadagnare in modo sensibile è solo il Movimento 5 Stelle, salito al 16,7% (+2,3% rispetto a una settimana fa). Il Pd resta il primo partito col 25,8% (+0,1%) davanti al Pdl (al 19.3, -0,7%). Perdono qualcosa Udc (al 6.5, -0,4%) e Sel (5.8%, -0,6), cresce leggermente la Lega Nord col 5.7% (+0,3) davanti all’Italia dei Valori (4.5%, -0,6). Staccati e a rischio sbarramento Federazione della Sinistra (2,3%, -0,2), La Destra (2,3%, -0.3) e Futuro e Libertà (2,3%, +0,2). In crescita costante, e crisi, soltanto indecisi (15.6%, +0,3) e astenuti: con il loro 33,1% (+0,6) sono ancora una volta, e di gran lunga, il primo partito italiano.

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