ROMA – Il decreto legge sulla spending review è passato al Senato con il voto di fiducia. A favore delle misure sulla revisione della spesa pubblica hanno votato 217 senatori, contrari 40, mentre quattro si sono astenuti.
Il testo adesso passa alla Camera.
Sul voto di fiducia al decreto ci sono malumori nel Pdl. Hanno annunciato di non voler votare Dorina Bianchi, Giacinto Boldrini, Francesco Bevilacqua, Carlo Giovanardi. Sono intervenuti per dire che si asterranno Domenico Gramazio, Filippo Saltamartini, Marcello Pera.
Il decreto prevede tagli alla spesa pubblica per trovare le risorse necessarie ad evitare l’aumento dell’Iva a ottobre, ad ampliare le tutele ad altri 55000 esodati, e ad aiutare i Comuni colpiti dal terremoto in Emilia.
Ma ecco tutte le misure nel dettaglio.
Agenzie fiscali. In arrivo 13,8 milioni di euro per rafforzare gli organici delle agenzie fiscali dopo la riduzione dei dirigenti.
La proprietà dell’Arsenale passa al Comune. La proprietà dell’Arsenale di Venezia passa al Comune, che ne assicura “l’inalienabilità, l’indivisibilità e la valorizzazione attraverso l’affidamento della gestione e dello sviluppo alla Arsenale Spa”.
Tagli del 20% alla spesa delle autonomie locali. Salta l’obbligo per le autonomie locali di tagliare o accorpare enti e agenzie, ma resta l’obiettivo di ridurne la spesa almeno del 20%. Escluse dai tagli le istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali, educativi e culturali.
Niente tagli per Carabinieri e Guardia di Finanza. Carabinieri, Guardia di finanza, Capitanerie di porto e Polizia penitenziaria non subiranno i tagli sul numero degli ufficiali e sulle promozioni
Centri di cinematografia. Si salvano dai tagli della spending review, mantenendo la “loro fisionomia autonoma”, il Centro sperimentale di cinematografia, la Cineteca nazionale e l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi.
Tagli all’Isvap, non alla Covip. Si salva dai tagli la Covip (la Commissione di vigilanza sui fondi pensione) mentre resta l’eliminazione dell’Isvap (l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private), le cui funzioni passano al nuovo Ivarp (cioè un unico istituto di vigilanza sulle assicurazioni e sul risparmio previdenziale), gestito dalla Banca d’Italia. Per Bankitalia saranno valide le misure di austerity su auto blu, buoni pasto, ferie e permessi, canoni di locazione e consulenze degli ex dipendenti.
Farmaci, nella ricetta si potrà indicare anche la marca. I medici avranno l’obbligo di indicare nella ricetta il principio attivo, ma anche la “facoltà” di indicare medicinali ‘griffati’. Questa indicazione facoltativa diventa vincolante per il farmacista se viene inserita, “corredata di una sintetica motivazione, la clausola di non sostituibilità”.
Per le farmacie aumentano gli sconti dovuti al Ssn. Aumenta lo sconto sui medicinali dovuto dalle farmacie al Servizio sanitario nazionale, ma viene ridotto al 2,25% dal 3,65%. Confermato anche l’incremento della quota che le aziende farmaceutiche devono pagare alle Regioni, ma diminuisce dal 6,5% al 4,1%. Dal 2013 scatterà un nuovo sistema di remunerazione della filiera.
Fondi a Comuni e Province. Arrivano 800 milioni per i Comuni: 300 milioni presi da un fondo già destinato alle amministrazioni locali e 500 milioni da un fondo dell’Agenzia delle entrate che serve anche per i rimborsi fiscali alle imprese. Dallo stesso fondo dell’agenzia fiscale saranno attinti 100 milioni per ridurre il debito delle Province.
Novità sulle pensioni degli insegnanti. Le nuove regole pensionistiche della riforma Fornero non saranno valide per gli insegnanti che entro il 31 agosto matureranno i requisiti per andare in pensione dal primo settembre 2013.
Nuovo taglio ai fondi per le intercettazioni. Nuovo taglio di 5 milioni di euro per le risorse dedicate alle intercettazioni telefoniche. Ne beneficiano però gli uffici giudiziari sul territorio, che così dovranno fare tagli per 30 milioni e non più per 35 milioni.
Irpef in aumento per le Regioni con la sanità in rosso. Le Regioni in deficit nella sanità (Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Abruzzo, Molise, Lazio e Piemonte) rischiano di dover pagare nuove tasse. Possono anticipare al 2013, invece del 2014, la maggiorazione dell’addizionale regionale sull’Irpef, che potrà salire fino all’1,1 per cento.
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