Se applicassimo i “costi standard” alle spese “politiche” delle Regioni? Ecco cosa succederebbe


ROMA – Una misura degli sprechi delle Regioni, la casta che parla il tuo dialetto: ognuno del 1.111 consiglieri regionali ci costa 743 mila euro, scrive Gianni Trovati sul Sole 24 Ore, “considerando solo le spese più politiche e senza considerare le ricadute legate al personale amministrativo di supporto”.

Il quotidiano di Confindustria ha applicato alle spese delle Regioni per la politica il metodo dei costi standard. Incrociando i dati delle stesse Regioni, della conferenza dei presidenti delle Regioni, dei Bur (i bollettini ufficiali regionali) e del ministero dell’Economia, ha calcolato una media per ognuno dei 10 parametri presi in esame, lo “standard”: oltre quella media, si sfora e si spreca.

Questa è la griglia usata per valutare gli sprechi delle Regioni, ovvero tutti quei soldi che finiscono in finanziamenti alla politica:

1) Spesa per organi istituzionali in milioni
2) Spesa per organi istituzionali in euro ogni 100 abitanti
3) Numero di consiglieri
4) Numero di gruppi consiliari
5) Commissioni e giunte
6) Posti con indennità aggiuntive
7) Leggi approvate nel 2012
8) Emolumenti del presidente della giunta
9) Emolumenti del consigliere
10) Spesa per studi e consulenze (euro ogni 100 abitanti)

A uscirne meglio sono Emilia Romagna, Marche e Veneto, ciascuna delle quali mostra un solo valore su dieci oltre la media. Al secondo posto fra le “virtuose”, con due valori che superano lo standard su 10, Puglia, Toscana e Umbria. Il peggiore è il Molise, che sfora 7 parametri su 10. A quota 6 su 10 troviamo Sicilia, Calabria, Basilicata e Piemonte. Lazio e Lombardia non ne escono bene: insieme a Sardegna, Abruzzo, province autonome di Trento e Bolzano presentano numeri eccessivi in cinque indici su 10.

I record. La Sicilia è quella che spende di più per il funzionamento degli organi istituzionali, consiglio regionale e giunta: 167,5 milioni (dato 2011). La Valle d’Aosta detiene il primato della spesa pro-capite: 12.048 euro ogni 100 valdostani. E se di nuovo la Sicilia è in testa per numero di consiglieri (90), in rapporto alla popolazione la peggiore è la Sardegna: 80 consiglieri, uno ogni 20 mila sardi. Molise e Lazio sono prime per numero di gruppi consiliari: 17, con i molisani che hanno ben 10 gruppi formati da un solo consigliere (cliccate qui per approfondire sulla piaga dei monogruppi).

Ci sono altri due primati del Lazio: la Regione governata da Renata Polverini tiene in vita 21 commissioni (19 più due giunte), che foraggiano 110 poltrone fra presidenti, vice presidenti, segretari e revisori dei conti. Forse il parlamentino laziale delega troppo lavoro alle commissioni, perché nel 2012 ha legiferato pochino: 13 leggi. Ma non è il record. Quello appartiene alle province di Trento e Bolzano, che quest’anno hanno legiferato 3 volte. Roberto Formigoni supera di 172 euro al mese Nichi Vendola e conquista per la Lombardia il primato del presidente di Giunta più pagato: 14.767 euro al netto di tasse e rimborsi. Sempre lombardo è il primo posto per il consiglieri più pagati: 12.666 euro al netto di tasse e rimborsi. La provincia autonoma di Trento è l’ente più spendaccione in studi e consulenze: 5.502 euro ogni 100 abitanti.

Una griglie che ci dice quello che già sospettavamo: dalle Dolomiti al Canale di Sicilia cambia radicalmente il clima ma non la fiumana di soldi pubblici che tramite le Regioni viene travasata nelle tasche dei politici e nelle casse dei partiti.

Gestione cookie