ROMA – I contratti degli Statali non saranno sbloccati nel 2015. Marianna Madia, ministro della Pubblica amministrazione, l’ha annunciato il 17 novembre durante l’incontro a Palazzo Chigi tra sindacati e governo. Per il 2015, spiega il ministro, “non sono previste in bilancio risorse per i rinnovi”. E rassicura: “Non ci saranno licenziamenti, nessuno andrà a casa”.
I sindacati, con lo sciopero del 5 dicembre che si avvicina, non nascondo la loro delusione. Susanna Camusso, segretario della Cgil, ha detto: “Abbiamo avuto qualche auspicio sul futuro, nessuna risposta”. Niente risposte dunque, né sui contratti né sull’occupazione.
Per scongelare il contratto nazionale di lavoro nel pubblico impiego, previsto dalla legge di stabilità, servirebbero solo per un anno circa 2 miliardi di euro. Una cifra che l’esecutivo, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, rimanda al futuro. Ma il governo prende comunque degli impegni: “Nessuno perderà il posto per effetto della riorganizzazione della Pa. Nessuno andrà a casa”, assicura Madia. E ancora, garantisce, “l’assunzione dei vincitori di concorso e dei precari della scuola”.
Sulla stessa linea il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan:
“Al di là del bel modo con cui vengono detti i ‘no’ non abbiamo alcuna novità positiva, il ministro Madia ci ha detto cose deludenti”.
E così anche il candidato a numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, che parla di “chiusura sul merito”. Il sindacato guidato da Camusso resta così sul piede di guerra, avendo già annunciato lo sciopero generale per il 5 dicembre, anche se l’iniziativa è stata giudicata “parzialmente illegittima” dall’Autorità di garanzia degli Scioperi (andranno esclusi dallo stop treni e parte del tpl).
La leader della Cgil però ribatte come il sindacato confermi “le ragioni dello sciopero del 5 dicembre” e sia “pronti a spiegare al Garante per gli scioperi che non c’è nessuna illegittimità”. La data del 5 dicembre intanto è stata scelta anche dall’Ugl, che domani potrebbe confermarla ed ufficializzarla.
Intanto comunque gli statali della Cisl fanno sapere che proclameranno lo stato di agitazione e intensificheranno la mobilitazione per il rinnovo del contratto. Alle preoccupazioni relative al salario, Camusso aggiunge quelle per il mantenimento del posto:
“Non abbiamo avuto risposte che siano all’altezza della manifestazione dell’8 novembre, nemmeno particolari rassicurazioni su quella che si profila come una nuova emergenza occupazionale per i lavoratori delle Province”.
A parte il prossimo anno, Furlan sottolinea come neppure siano arrivate certezze sul 2016:
“La ministra ha risposto sarebbe stato ancora poco serio prendersi impegni sulla contrattazione”.
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