Il ministro non ha dubbi:il settore del turismo che era considerato un po’ una ”cenerentola” ha oggi tutte le chances per diventare una principessa e far volare l’economia. Operatori e regioni pero’ restano scettici e elencano mancanze e ritardi. Nella splendida cornice di Villa Erba, a Cernobbio, il ministro per il Turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha aperto qualche giorno fa i lavori della V Conferenza nazionale del Turismo sottolineando il forte lavoro svolto dal ministero per dare vigore al settore in un momento non facile per l’economia mondiale. Ha anche incassando una serie di critiche – nessuna troppo accesa – da parte degli imprenditori del settore e delle Regioni: i primi chiedono maggiore pragmatismo, le seconde si sono sentite, specialmente dopo il varo del Codice del turismo da parte del Consiglio dei ministri, scavalcate dal ministero su una competenza, il turismo, che la Costituzione affida a loro.
”Non e’ retorica definire il turismo settore strategico per la nostra economia – ha esordito il ministro – gia’ ora rappresenta circa il 10% del Pil e da’ lavoro a due milioni e mezzo di persone ma possiamo e doppiamo fare molto di piu’, il contributo del turismo italiano puo’ raddoppiare o quantomeno aumentare di parecchi punti entro i prossimi 10 anni”. E cosi’ Brambilla ha ricordato la recente istituzione del Comitato permanente in materia di turismo, gli accordi quadro con i Comuni, la riorganizzazione del Dipartimento del turismo, la volonta’ di creare un Convention Bureau nazionale, l’iniziativa ‘Easy Italia’ e soprattutto la nascita dei Buoni Vacanza, ”che proporro’ di finanziare anche nel 2011 e che vorrei fare inserire tra i destinatari dell’8 per mille”. Ha poi rassicurato le Regioni: la fase di commissariamento dell’Enit terminera’ appena sara’ approvato il nuovo regolamento dell’Ente e anche il Codice del turismo verra’ al piu’ presto sottoposto alla attenzione di tutti gli attori del settore, per raccogliere spunti e suggerimenti. ”La mia logica e’ la condivisione – ha detto – e raggiungere gli obiettivi. Questo settore era una Cenerentola ma si avvia a diventare una principessa”.
Gli imprenditori pero’ non si sono fatti impressionare dalle parole del ministro: ”abbiamo perso il 2.6% degli occupati e il 17% del turismo organizzato in due anni”, ha fatto notare Bernabo’ Bocca (Confturismo Confcommercio) e la reintroduzione della tassa di soggiorno ”proprio non va. Non e’ quello che attendevamo da questo governo”. Piu’ duro il presidente di Federturismo Confindustria, Daniel John Winteler secondo il quale le ”imprese sono sempre piu’ lontane dal governo perche’ vogliono pragmatismo mentre si parla da due anni di un Piano strategico per il settore che ancora non c’e”’. Il presidente di Assoturismo Confesercenti, Claudio Albonetti e’ stato invece protagonista di un ‘siparietto’ con il moderatore, che avrebbe lasciato poco spazio agli imprenditori e troppo ai relatori istituzionali.
E anche il coordinatore degli assessori regionali al Turismo, Mauro Di Dalmazio, pur se con toni pacati, ha fatto notare che le Regioni ”non sono state informate della nascita del Codice del turismo” e ha chiesto a gran voce la ricostituzione del Cda dell’Enit ”da troppo tempo commissariato”. Infine ha dato la disponibilita’ delle Regioni, da subito, di mettere a punto un Piano strategico del Turismo da varare nel giro di 8 mesi. Il presidente dell’Enit, Matteo Marzotto, ha illustrato il lavoro che sta svolgendo l’Ente che presiede ”con buona pace di chi dice che siamo inutili” mentre di fatturati in forte calo (-15% dal 2009 ad oggi) ha parlato Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere. ”Perplesso sull’utilita’ di questa conferenza” si e’ detto Costanzo Jannotti Pecci, che rappresenta Federterme (Confindustria) mentre per Alfredo Zini, vicepresidente Fipe (Federazione pubblici esercizi) una chiave di rilancio puo’ arrivare dal marchio di qualita’ per la ristorazione italiana all’estero ”un modo per stimolare l’incoming dal mondo”.