Numeri truccati hanno lanciato l’Ugl nell’Olimpo dei sindacati italiani. Lo rivela Dagospia, che cita le fonti che provano che il sindacato guidato da Renata Polverini avrebbe “pompato” i dati relativi ai propri iscritti: in questo modo l’Ugl ha ottenuto rappresentatività presso enti previdenziali come Inps e Inpdap.
I numeri forniti dall’Ugl ai tecnici del ministero del Welfare hanno consentito ad esempio al sindacato di avere 3 posti nel comitato di vigilanza dell’Inpdap. Questo particolare ha fatto scattare il ricorso al Tar della Confsal, che rivendica un numero maggiore di iscritti.
Le ricerche condotte dall’Aran, (l’ente che conta il numero di iscritti ai sindacati nella pubblica amministrazione) mettono in luce differenze abissali tra la realtà e quanto viene dichiarato dall’Ugl. Lo scarto maggiore è nel settore della sanità: a fronte di 3.600 iscritti effettivi, ne sono dichiarati 42.124.
Il divario rimane enorme tra i dipendenti degli enti locali: 16.400 sono iscritti all’Ugl, il sindacato ne dichiara 54.309. In confronto a questi numeri, sembra quasi irrisoria la differenza che riguarda gli statali: 12.887 comunicati al ministero, 6.000 secondo il rilevamento dell’Aran.
Questi numeri hanno consentito al sindacato della Polverini, candidata dal centrodestra alla Regione Lazio, di proclamarsi “organizzazione rappresentativa”, cioè di avere un seguito reale nel Paese.
Se il Tar dovesse dare ragione alla Confsal, non si tratterebbe della prima sentenza a certificare il “gioco di numeri” da parte dell’Ugl: nel 2006 infatti il tribunale amministrativo regionale scrisse che il sindacato «non aveva fornito i dati aggiornati» relativi ai propri iscritti.
Dunque, in base a questa carenza di dati, bisognava sospendere «l’ascrivibilità dell’Ugl alle associazioni sindacali maggiormente rappresentative».
La stessa Polverini, intervistata da “Libero”, si è rifiutata di commentare i numeri diffusi da Report sulle disuguaglianze numeriche relative agli iscritti all’Ugl: «Non voglio che il sindacato sia coinvolto nella mia campagna elettorale, anche perché dovrei dire cose che non posso rivelare, nell’interesse dei lavoratori italiani».
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