CALALZO DI CADORE (BELLUNO) – Giovedì aveva annullato un comizio per paura dei contestatori, nella notte Umberto Bossi è addirittura scappato dall’albergo, alla chetichella, per evitare altri insulti. Giorni difficili per il leader del Carroccio: si sta accorgendo che il suo popolo, il popolo padano, gli sta sfuggendo di mano. Lo contesta senza più tante remore, è in disaccordo e non lo segue più per urlargli “bravo” o “padania libera” ma semmai per mostrargli vessilli listati a lutto e gridargli dall’auto un sonoro “cialtrone”. Il Senatur è all’angolo: non può mollare l’alleato Berlusconi (anche se rispolvera la canotta come ai tempi del ribaltone) ma ha la base che gli si sta rivoltando contro.
E così, dopo giornate di contestazioni e insulti che gli sono arrivati non da oppositori ma proprio da sostenitori leghisti, il Senatur ha deciso di abbandonare Calalzo di Cadore nella notte, di fretta e senza farsi vedere da nessuno. Racconta ‘Il Fatto Quotidiano’ che anche il consueto festeggiamento per il compleanno di Giulio Tremonti, a cui ovviamente Bossi ha partecipato, non è stato festeggiato come di consueto nell’hotel Ferrovia, dove Bossi e Calderoli dormivano. E’ stato spostato nella baita del ministro dell’Economica a Lorenzago e all’ultimo momento, sperando di depistare reporter e contestatori.
E proprio dopo quella cena, racconta ‘Il Fatto’, Bossi è letteralmente scappato, forse per tornare a Germonio, a casa sua. Mentre lui festeggiava Tremonti in baita, i suoi sei uomini della scorta pagavano l’albergo (che era prenotato fino a venerdì), gli hanno fatto le valigie e hanno caricato le macchine. Poi sono andati a prendere il “capo” in baita e l’hanno portato via. Forse nella sua villa, appunto, dove, scrive ironico ‘Il Fatto Quotidiano’ “almeno una bandiera della Lega rimarrà alta: quella che ha nel suo giardino”.
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