Università, governo battuto alla Camera su un emendamento di Fli. La Gelmini: “Se lo stravolgono lo ritiro”

Studenti protestano davanti alla Camera

Nel giorno della grande protesta degli studenti il governo viene battuto nell’Aula della Camera su un emendamento di Fli alla riforma dell’Università su cui l’esecutivo aveva reso parere contrario.

L’emendamento, all’articolo 16 di cui è  primo firmatario Fabio Granata, è passato con 261 no, 282 sì  e tre astenuti.

Il risultato della votazione di Montecitorio è stato accolto con un boato dai deputati dell’opposizione. Poco dopo si sono creati due capannelli. Il primo nei banchi del Fli con Italo Bocchino, Fabio Granata e Benedetto Della Vedova che studiavano il fascicolo degli emendamenti: ad essi si è stranamente aggiunta la radicale eletta nel Pd Elisabetta Zamparutti, anche lei con in mano il fascicolo degli emendamenti.

L’altro, accanto al banco dei Nove, con la presidente della commissione Cultura Valentina Aprea ed i colleghi del Pdl Marco Milanese e Guido Crosetto. Sola al banco del governo il ministro Gelmini: soltanto il capogruppo della Lega Marco Reguzzoni, che ieri avrebbe voluto la seduta notturna per accelerare i tempi dell’esame, le si è avvicinato a parlarle dopo il voto.

Poco dopo il ministro dell’Istruzione ha minacciato di ritirare il testo in caso di stravolgimenti. ”Questa mattina – spiega il ministro – è stato approvato un emendamento di scarso rilievo. Finché  Fli su un emendamento non particolarmente significativo marca una differenza questo rientra nella tecnica parlamentare e non entro nel merito. Mi auguro che non accada che vengano votati emendamenti il cui contenuto stravolga il senso della riforma, non sarebbe accettabile, se così fosse come ministro mi vedrei costretta a ritirarla”.

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