Non ha mai detto di essere leghista ma il semplice fatto di cantare in dialetto comasco è bastato per trasformare il canatautore Davide Van de Sfroos in un’icona. Almeno fino a qualche giorno fa quando è arrivata la notizia della sua partecipazione a Sanremo. Al Festival il cantautore andrà a fare esattamente il suo mestiere, ovvero cantare. Il problema, per i leghisti, però è la canzone.
Van de Sfroos, infatti, ha accettato di cantare un pezzo che per i leghisti è particolarmente indigesto, “Viva l’Italia” del “sinistrorso” Francesco De Gregori. Già il titolo alle camicie verdi piace poco, se poi ci aggiungiamo De Gregori allora la frittata è fatta.
Così la Padania, con un solo pezzo, ritira tutti gli elogi al “poeta” della ricchezza locale e, con un pezzo di Massimiliano Capitanio passa all’attacco: “Viva l’Italia suona più o meno come Forza Italia della celebre discesa in campo (di Berlusconi, ndr). E’ il tirare la bandiera da una parte. Ed è chiaro il contrappasso:canta pure nella tua lingua ma per allontanare l’odioso sospetto che il dialetto sia una bandiera leghista beccati pure De Gregori”.
All’amicizia che da anni lega il cantante comasco con De Gregori, invece, nessun riferimento. Da Radio Padania, che da anni trasmette le canzoni di Van de Sfroos un giudizio appena più sfumato: “Gli fanno pagar dazio, i media lo hanno sempre etichettato come leghista ma non lo è mai stato. La qualità dell’artista è indiscutibile, peccato che rischi di rendersi ridicolo”.