ROMA – “E’ una delicata questione di diritto internazionale e di rapporti tra Italia e Santa Sede, ma non si può concedere l’estradizione per due giornalisti che hanno fatto il loro lavoro pubblicando documenti trafugati da altri”. Lo dice il senatore Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri, intervistato da La Stampa sul processo in Vaticano.
“Se il Vaticano non è in grado di provare che i giornalisti abbiano partecipato al furto delle carte riservate, l’Italia ha il diritto di intervenire e, per quanto mi riguarda, avrebbe potuto e dovuto farlo già”, afferma. “Anche in Italia un conto è rubare documenti, un altro è la pubblicazione. La libertà di stampa – sottolinea – è incomprimibile in base a tutte le convenzioni internazionali. Se Nuzzi e Fittipaldi fossero condannati semplicemente per aver pubblicato i documenti, cioè per aver fatto il loro dovere di informare, sarebbe inaccettabile. I giornalisti hanno una posizione nettamente diversa di chi ha sottratto fraudolentemente i documenti e li ha passati ai giornalisti. Non c’è alcun dubbio al riguardo”.
E’ importante la posizione di Della Vedova perché critica, dall’interno, la posizione ufficiale del Governo. A livello parlamentare, invece, si sta facendo strada una forte solidarietà nei confronti dei giornalisti. Nel giro di un’ora, ha dichiarato Daniele Capezzone, “103 deputati di diversi gruppi hanno firmato un appello di solidarietà ai giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi” che hanno scritto i due libri denuncia sulle spese del Vaticano.
“Siamo preoccupati per il processo al quale sono sottoposti – si legge nell’appello – e chiediamo che siano loro riconosciuti pieni diritti di difesa”. Per il deputato di Ncd Fabrizio Cicchitto, “se fossi Fittipaldi e Nuzzi non andrei al processo e non riconoscerei quel Tribunale visto che si tratta di cittadini italiani sottomessi a leggi italiane e non a quelle della Città del Vaticano”.