Vendola, addio Pd: “Non è destino. Renzi, se abbracci Caimano resti stritolato”

Nichi Vendola
Nichi Vendola

RICCIONE – “Non ho alcuna voglia di iscrivermi a nessuna delle sue correnti interne perché il Pd non è il mio né il nostro destino”. Il leader di Sel, Nichi Vendola, è determinato sul palco del congresso di Riccione. L’attacco è al nuovo Pd guidato da Matteo Renzi, ce l’ha con le larghe intese e l’abbraccio mortale dato a Berlusconi sulla legge elettorale. Per questo, annuncia, Sel correrà da sola alle Europee:

“Piuttosto che contorcerci vi propongo di continuare nel dialogo con tutti. Sel non può essere indifferente di fronte” ad una proposta “di cui la sinistra ha bisogno. Ma Sel non deve neanche avere paura di andare con il suo simbolo alle Europee”.

Poi, riferendosi direttamente al segretario Pd:

“Caro Matteo, l’abbraccio con il Caimano è una maledizione per la sinistra moderata che ne esce sempre smontata.  Si è dato all’uomo di Arcore il tempo e modo di truccare di nuovo la partita. Non ci piace l’insulto o l’attacco con la bava alla bocca ma non ci si chieda di dimenticare la girandola di mafiosi, faccendieri, ruffiani e escort che ha riempito la scena politica degli ultimi 20 anni.

Noi non ci lamentiamo della sua proposta per ragioni soggettive di sopravvivenza ma per ragioni che riguardano il metodo ed il merito. Non ho apprezzato che alla base ci fosse l’intesa preventiva con Berlusconi. Tanto più perché quella intesa è segnata da un elemento grave di opacità: non si può ignorare l’ineleggibilità” di Berlusconi.

Parole dure anche per il leader M5s, Beppe Grillo, al quale rimprovera i toni poco cordiali e la mancanza di contenuti:

“La rivoluzione dei Cinque stelle si è andata spegnendo in un monologo che nella sua monotonia non è una bella traccia di società aperta. Quella M5s è una democrazia dell’invettiva e della bestemmia. Gli uomini della provvidenza, comici dilettanti o professionisti, non sono la soluzione del problema ma l’esplosione del problema”.

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