X Mas, assalto alla cassa. I reduci di Salò si rubano 5.500 euro. L’Alzheimer del fascismo

Un reparto della Decima Mas

Una storia penosa, una storia di vecchi irriducibili fascisti. A Milano c’è l’associazione dei reduci e simpatizzanti della Decima Mas, a Milano c’erano nella cassa dell’associazione 5.500 euro in contanti che non ci sono più. Qualche camerata se li è portati via ed è stato a suo modo un furto “politico”. Infatti indaga la Digos, la polizia che si occupa di reati “politici” e denunciato per truffa e appropriazione indebita è un uomo di 86 anni ex appartenente alle milizie di Salò. Tra i reduci di quelli che combatterono contro i partigiani e contro gli angloamericani e al fianco di Hitler è scoppiato un contrasto “politico” e qualcuno ha pensato di cercare la vittoria passando per un ardito assalto alla cassa. L’azione finale di un dissidio: ex appartententi alle truppe speciali, dissociatisi dal gruppo madre, avevano fondato una seconda e “dissidente” associazione. Di qui la manovra avvolgente sui contanti.

Storia penosa, storia di vecchi irriducibili fascisti. Quelli della Decima Mas sono coloro che dopo l’otto settembre del ’43 scelsero di stare con Mussolini, di continuare la guerra come reparti ausiliari e di sostegno alle truppe tedesche. Poche, anzi praticamente nessun impiego in battaglia contro gli alleati che risalivano l’Italia dopo lo sbarco in Sicilia. Quelli di Salò, ultima capitale del fascismo, soprattutto rastrellavano il territorio dell’Italia del Nord a caccia di partigiani. Ultimamente si era parlato di loro perché più volte il ministro della Difesa La Russa aveva avanzato l’idea di equipararli, nella memoria e nello status, ai combattenti e reduci dell’esercito regolare italiano prima e dopo l’armistizio. Insomma tutti uguali, sia quelli che avevano militato nel regio esercito, sia i partigiani antifascisti, sia gli alleati in campo e spesso inquadrati direttamente nei ranghi delle SS.

Ora questa penosa storia, intrisa di rancori personali, di molta boria e poca gloria: anche il fascismo senile ha il suo Alzheimer.

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