BEIRUT – Da nove anni è il primo re del Bahrein e non ha predecessori: Hamad al Khalifa dal 2002 mantiene comunque il più comune titolo di ”emiro”, lo stesso con cui suoi padri si erano autopromossi nel 1971 dopo che, circa un secolo prima, erano stati nominati ”governatori” dell’arcipelago del Golfo dalle allora autorità coloniali britanniche.
Primogenito dell’emiro Issa ben Salman al Khalifa, re Hamad (61) ha passato gran parte della sua giovinezza tra Gran Bretagna e Stati Uniti: prima per studiare alla prestigiosa università di Cambridge, quindi per frequentare un’altrettanto esclusiva accademia militare nordamericana, in rispetto alla tradizione di famiglia.
Alla morte del padre Issa nel 1999, l’allora emiro Hamad avviò una serie di riforme promulgando una nuova carta con cui il Bahrain, abitato in prevalenza da sciiti, divenne una monarchia costituzionale dominata da un clan sunnita. Tre anni dopo, Hamad decise di promuovere a regno (mamlaka) il piccolo emirato che, pur privo di giacimenti di petrolio, vanta comunque un’invidiabile posizione geostrategica tra Iran e Arabia Saudita.
Sposato con la principessa Sabika, anch’essa membro della dinastia sunnita dei Khalifa, re Hamad ha dodici figli. Il primogenito Salman, principe ereditario dal marzo 1999 e attuale vice comandante dello Stato maggiore, ha ora 42 anni. Lo zio dell’attuale sovrano, Khalifa bin Salman, è l’attuale premier di cui i manifestanti di piazza di Perla chiedono a gran voce le dimissioni.
Si stima che in tutto, il clan dei Khalifa, originari del Kuwait, contino oggi circa 3.000 persone, incaricate di gestire gli affari amministrativi ed esecutivi del giovane regno dei ”due mari” (questo in arabo significa ”Bahrein”).
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