Carla Bruni non ci sta: la prémière dame non accetta di passare per paladina di Cesare Battisti o simpatizzante di terroristi. Colpita da quanto letto sulla stampa italiana, la moglie del presidente francese ha voluto smentire, con una dichiarazione all’ANSA, qualsiasi suo intervento per ostacolare l’estradizione dal Brasile dell’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo).
”Non sono mai intervenuta in favore di Cesare Battisti – ha detto la Bruni – mi dissocio nel modo più assoluto da tutte le dichiarazioni che mi riguardano su Battisti”.
Le polemiche che periodicamente riprendono forza sulla presunta simpatia della prémière dame per alcuni dei fuorusciti italiani degli anni di piombo si sono riproposte ieri, 4 gennaio, dopo alcune frasi di Bruno Berardi, un esponente dell’Associazione Domus Civitas vittime del terrorismo.
Berardi aveva affermato che la Bruni, in un recente incontro con l’associazione, gli avrebbe confidato di ‘‘essere intervenuta presso il presidente brasiliano Lula per impedire l’estradizione di Cesare Battisti”. La stessa Domus Civitas il 31 dicembre aveva affermato in una nota che ”la vera artefice della fuga di Battisti è senza dubbio la prémière dame di Francia, Carla Bruni-Sarkozy” e che ”lei è la responsabile e deve pagare”.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, aveva subito riconosciuto che ”la Sarkozy ha sempre detto l’opposto, ha sempre negato di avere avuto un’influenza”, aggiungendo poi che se invece ”avesse avuto un’influenza, io non avrei alcun riguardo a censurare fortemente la Bruni”.
Carla Bruni, nata in una ricca famiglia della borghesia torinese, non ha mai nascosto le sue simpatie per la sinistra, ma in diverse occasioni ha affermato di apprezzare l’impegno del marito, di destra. Su Battisti, che fuggì dalla Francia prima che la Bruni sposasse il capo di Stato, non ha mai preso posizioni ufficiali.
In occasione dell’intervista di due anni fa nella trasmissione di Fabio Fazio aveva negato ogni intervento, dicendosi meravigliata da quanto scritto in Italia su di lei a tale proposito.
Diversa, invece, era stata nel 2008 la posizione della consorte del presidente francese sul caso di Marina Petrella, l’ex brigatista per la quale Parigi negò l’estradizione. La Petrella era gravemente malata, Carla Bruni e la sorella Valeria Bruni-Tedeschi furono in prima fila nell’offrirle solidarietà andandola anche a trovare in ospedale. La prémière dame disse fra l’altro che per la Petrella, malata, servivano ”cure, non il carcere”.
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