Cina. Cresce la religione nonostante l”’ateismo di stato” imposto dal governo

Pubblicato il 29 Gennaio 2011 - 12:03 OLTRE 6 MESI FA

Una chiesa cristiana in Cina

Le autorità cinesi hanno imposto per decenni le loro politiche contro la religione attraverso la repressione, la coercizione e la persecuzione, ma tutto quello che hanno ottenuto è uno spettacolare fallimento del tentativo di diffondere l’ateismo di stato, a quanto ha rilevato l’Indagine Sulla Vita Spirituale Dei Cinesi, i cui risultati sono riportati da The Huffington Post.

Secondo gli accertamenti effettuati non più del 15 per cento degli adulti nel Paese più popoloso del mondo possono essere considerati ”veri atei”, mentre l’85 per cento ha varie forme di credenze religiose o pratica una religione.

Ai membri del Partito Comunista Cinese e della Lega Giovanile è fatto obbligo di essere atei, eppure il 17 per cento di loro ha detto di identificarsi con una religione e il 65 per cento di aver partecipato a cerimonie religiose nello scorso anno, secondo quanto dichiarato dal sociologo Fenggang Yang della Purdue University a West Lafayette, Indiana, uno dei principali ricercatori nell’indagine.

Un altro dei principali ricercatori, Rodney Stark, della Baylor University, Houston, ha dichiarato che l’idea di una Cina come nazione laica con poca o nessuna religione è ”stupida”. Ed ha aggiunto: ”Se lo osservi da vicino ti accorgi che il popolo cinese è di fatto religioso”.

Secondo l’indagine, la religione più seguita in Cina è il buddhismo, con il 18 per cento di credenti, ovvero 185 milioni di persone. Un altro 31 per cento di intervistati ha dichiarato che crede in almeno uno dei precetti buddhisti e che ha partecipato ad almeno una cerimonia buddhista. Oltre il 12 per cento dei membri del Partito Comunista si proclama buddhista.

Il 3,2 per cento della popolazione, ovvero 33 milioni di adulti, si dichiarano cristiani, ma il dato non è  del tutto indicativo perchè altre 40 milioni di persone dicono di credere in Gesù Cristo o di aver partecipato ad attività cristiane.

Tra le altre popolari pratiche religiose c’è il culto degli antenati, praticato da 754 milioni di persone, e gli insegnamenti del feng shui, seguiti da 145 milioni di persone.

Il sociologo Yang, che alla Purdue University è direttore del Centro sulla Religione e la Società Cinese, afferrma che certe autorità cinesi si rifugiano nel diniego dei rilevamenti dell’indagine e insistono nell’affermare che in Cina i credenti non sono più di 100 milioni.

Altre non sanno cosa fare. Dopo la fine della Rivoluzione Culturale e i 13 anni seguiti durante i quali furono prese misure brutali per eliminare la religione, alcuni funzionari governativi, dice Yang, sono giunti alla conclusione che ”la religione non può essere fermata”.

Aggiune Yang: ”Il governo cinese non semmbra avere più opzioni per fermare la crescita della religione. Si tratta di una tendenza che è difficile arginare. In realtà è quasi impossibile fermarla”.