Festival di Venezia: passerella blindata per Hugo Chavez a Venezia. Ai microfoni dichiara: “Viva l’Italia”

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Oliver Stone e Hugo Chavez a Venezia

Sino all’ultimo c’era chi sosteneva non sarebbe mai arrivato. E, invece, Oliver Stone c’è riuscito: Hugo Chavez è atterrato all’aeroporto Marco Polo di Venezia, accompagnato dai generali della Guardia Nacional. Ha preso all’hotel Des Bains la stanza al fianco di quella di Gianni Minà e ha percorso, come da copione, il red carpet della 66° mostra del cinema di Venezia.

Al grido di “Lasciate passare”,  urlato dal microfono, la sicurezza ha cercato di fare ordine nel parapiglia creato con l’arrivo davanti al Palazzo del cinema, a quanto si apprende dall’Ansa. Arrivato con Stone, che indossa una vistosa cravatta rossa, Chavez si è fermato a salutare le persone sotto lo striscione ‘Bienvenido presidente’, tra bandiere rosse. Sorridente, si è sottoposto al photocall di rito.

Il presidente venezuelano è sbarcato al Lido per partecipare alla proiezione ufficiale del documentario che Stone gli ha dedicato. La pellicola, fuori concorso,  si chiama “South of the border” e documenta, per parole e immagini, il viaggio che Stone ha compiuto nel paese di Chavez lo scorso gennaio. Spinto dal seguente interrogativo: l’uomo che guida il Venezuela è davvero un leader ferocemente anti-Usa, dittatoriale, come lo descrivono i media a stelle e strisce? Inutile dire che la risposta è tutta a favore del presidente. Presente, sullo schermo, insieme ad altri colleghi del Centro e del Sudamerica: il boliviano Evo Morales, il brasiliano Lula, l’argentina Cristina Kirchner, il paraguayano Fernando Lugo, l’ecuadoregno Rafael Correa. E infine lui, Raul Castro, fratello di quel “Comandante” a cui il regista ha dedicato un precedente documentario.

«Quest’uomo è un fenomeno. Un fenomeno più grande degli attacchi che gli dedicano i media americani. Certo in Venezuela ci sono ancora molti problemi ma ci sono stati anche tanti miglioramenti. Questo film è stata un’esperienza liberatoria» ha detto Oliver Stone. E Chavez, appena sbarcato, ha ricambiato gli elogi: «Oliver Stone è un grande lavoratore, un grande raccontatore di storie vere. Tengo nel cuore l’Italia, viva l’Italia».

Intanto il Governatore del Veneto Giancarlo Galan accusa la Mostra di dare troppo spazio a «implacabili invettive» e ad «apostoli di ideologie o presunti miti, tutti rigorosamente ascrivibili al comunismo», segnando in questo modo un indiscutibile «ritorno al rosso. E ciò proprio sotto il governo Berlusconi, accusato di essere un regime scandalosamente liberticida». Secondo il presidente della Regione, tutto questo è il segno di una «doppia schizofrenia culturale e politica».

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