WASHINGTON – Ted Cruz batte Donald Trump in Iowa, staccandolo di ben quattro punti (27.7% per Cruz, 24.3% per Trump, 23.1% per Rubio). Mentre sul fronte democratico, quando il 99% dei voti è stato scrutinato, è sostanziale pareggio tra Hillary Clinton e Bernie Sanders: “Too close to call”, dicono i media americani, troppo vicini i due candidati per dichiarare un vincitore, con la ex first lady avanti di un nulla.
La corsa in Iowa ha mostrato come Trump non sia più il candidato favorito, il front-runner dopo sei mesi sempre al top nei sondaggi. La sua grande notorietà non è stata sufficiente per prevalere sulla macchina acchiappa-voti e la capacità di mobilitazione del candidato texano che resta il più attraente per la parte più conservatrice del partito. (Patrick O’ Connor, Janet Hook, Wall Street Journal)
Sono proprio Cruz e Sanders a esultare. Loro che rispetto ai due frontrunner nel piccolo stato del midwest partivano in svantaggio. Mentre, al di là delle dichiarazioni ufficiali, un certo nervosismo serpeggia sia nell’entourage della Clinton sia tra i sostenitori di Trump, che deve subire anche lo smacco di essere stato quasi raggiunto dal giovane senatore della Florida Marco Rubio.
Repubblicani: anche Rubio raggiunge Trump. Quest’ultimo, l’uomo su cui punta l’establishment del partito repubblicano che mal sopporta sia Trump che Cruz, è la vera sorpresa dei caucus in Iowa, con uno sprint che lo ha portato a un solo punto dal tycoon newyorchese. Mentre per Jeb Bush è una debacle, con solo il 2,8% delle preferenze. Anche se lui non si da per perso: “La vera corsa per la Casa Bianca – afferma – comincia in New Hampshire il 9 febbario”.
Democratici: Clinton avanti ma di un filo. Sul fronte democratico Hillary Clinton, dopo un lungo testa a testa, vince di misura con il 49,9% contro Bernie Sanders che si ferma al 49,6%. Hillary parla quando ancora il risultato non c’è, forse anche per la tempesta di neve che sta per abbattersi su Des Moines e che spinge un po’ tutti a fare presto, a ripartire il prima possibile. Anche Sanders anticipa i tempi, ed esulta: il ‘too close to call” per lui è già una vittoria. Per il senatore del Vermont l’Iowa ha parlato e con un messaggio chiaro: “E’ troppo tardi per la politica dell’establishment e l’economia dell’establishment”.
Per Hillary è l’incubo ricorrente: di nuovo l’Iowa dove fu battuta da Barack Obama nel 2008, un déjà vù reso ancora più complicato dalla prossima tappa, il New Hampshire, dove Sanders è favorito e dove Hillary Clinton vuole volare subito.
Intanto il post-Iowa vedrà anche due candidati in meno: si ritira l’ex governatore del Maryland Martin O’Malley, lasciando sul campo democratico una lotta a due. E tra i repubblicani rinuncia Mike Huckabee. In entrambi casi non una sorpresa, visti i risultati insignificanti sia nei sondaggi che nei caucus dell’Iowa.