DAMASCO – Stati Uniti e arabi bombardano la capitale del califfato Isis a Raqqa, in Sira. A fianco degli aerei americani ci sono quelli di Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Bahrein. Gli attacchi allo Stato di Bashar al Assad sono iniziati nella notte tra lunedì e martedì. E lo stesso presidente siriano plaude all’attacco della coalizione arabo-occidentale, a cui presto potrebbero unirsi anche l’Australia e il Regno Unito.
Caccia, bombardieri e batterie di missili Tomahawk stanno colpendo non solo i guerriglieri jihadisti dell’Isis (lo Stato islamico in Siria e Iraq), ma anche i militanti del gruppo “Khorasan”, vicino ad al Qaeda, localizzati soprattutto nei pressi di Aleppo.
Nel mirino dei bombardamenti ci sono alcune roccaforti dell’Isis vicino alla città di Raqqa, considerata la capitale del califfato. In quella zona ci sono campi di addestramento, depositi di armi e munizioni, centri logistici per il rifornimento delle milizie.
Mentre Usa e arabi bombardano l’Isis lancia nuove minacce, soprattutto contro l’Arabia Saudita, regno wahabita (ovvero ortodosso sunnita), che un tempo sosteneva l’Isis e adesso è accusata dallo Stato islamico di aver permesso l’attacco.
(Foto Ansa)
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