Libia, i costi. Un miliardo di dollari per la no-fly zone

Caccia bombardieri decollano verso la Libia dalla portaerei Usa Enterprise

Quando la no-fly zone sulla Libia sarà diventata operativa, agli alleati che l’hanno allestita sarà costata un miliardo di dollari (oltre 700 milioni di euro), o forse più se dovesse protrarsi oltre un paio di mesi, secondo le stime di analisti nel settore difensivo riportate dalla Reuters.

Zack Cooper, analista anziano al Center for Strategic and Budgetary Assessments, ha spiegato che il solo costo iniziale per eliminare le difese antiaeree delcolonnello libico Muammar Gheddafi oscillerà tra i 400 e gli 800 milioni. Poi, per pattugliare la zona interdetta occoreranno dai 30 ai 100 milioni a settimana.

Il Pentagono dal canto suo non ha ancora quantificato il costo dell’operazione, in atto da meno di una settimana. Si sa però che la guerra in Afghanistan, certo tutt’altra cosa, costa 9 miliardi di dollari al mese.

Svariati deputati e critici della decisione del presidente Barack Obama di unirsi agli alleati nei bombardamenti sulla Libia sostengono che gli Stati Uniti non possono permettersi questa operazione mentre il Congresso ha allo studio tagli di spesa su praticamente tutto per cercare di ripianare il deficit federale arrivato ad un trilione e 480 miliardi.

Su quanto e come l’amministrazione Obama sta facendo in Libia gli americani esprimono finora un giudizio guardingo. Commenti online e sui giornali riferiscono su un cauto sostegno per un ruolo limitato nei bombardamenti delle difese di Gheddafi, ma diffidenza per la possibilità che gli Usa vengano intrappolati in una missione militare ancora tutta da chiarire.

Il Wall Street Journal, vicino alle posizioni dei repubblicani, sostiene le operazioni in Libia, ”anche se tardive”, ma scrive che allo stato dei fatti esistono preoccupazioni sulla loro leadership, sui suoi scopi limitati e sui suoi obiettivi strategici. ”Su nessuno di questi fattori – scrive il Wsj – i membri della coalizione sono finora stati chiari o uniti, a cominciare dal presidente Obama”.

Bordate all’amministrazione giungono da esponenti repubblicani che temono una sorta di impantanamento degli Stati Uniti anche in Libia. Ha detto in proposito il senatore Rand Paul: ”Stiamo già combattendo guerre in due Paesi islamici, Iraq e Afghanistan, e credo che abiamo bisogno di impelagarci in una terza guerra come abbiamo bisogno di un buco in testa”.

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