Abu Mazen all’Onu: “Israele fa pulizia etnica”

Pubblicato il 23 Settembre 2011 - 18:24 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK, 23 SET – Un lungo applauso ha accolto l’ingresso del presidente palestinese Abu Mazen nell’aula dell’Assemblea generale.

”Israele continua la sua campagna demolitrice e la sua pulizia etnica verso i palestinesi”, ha detto il presidente dell’Anp  nel suo intervento all’Onu, aggiungendo che lo stato ebraico ”minaccia i nostri luoghi sacri”. Il fallimento dei negoziati di pace israelo-palestinesi è colpa della ”politica colonialista di Israele”, della ”occupazione militarizzata” dei Territori palestinesi e ”discriminazione razziale” praticata nei confronti dei palestinesi, ha sostenutoAbu Mazen (Mahmud Abbas).

”La politica degli insediamenti” portata avanti da Israele ”minaccia anche l’esistenza dell’Anp”. Lo ha detto il presidente dell’Anp Abu Mazen nel suo intervento davanti l’assemblea generale dell’Onu. Abu Mazen cita Yasser Arafat e da buona parte dell’assemblea dell’Onu scatta un convinto applauso. Nel suo intervento all’Onu, il presidente palestinese Abu Mazen ha infatti ricordato che nel 1974 Arafat ”venne un quest’aula e garantì ai membri dell’Assemblea generale la nostra decisa ricerca per la pace dicendo: ‘Non lasciate che il ramo di ulivo cada dalla mia mano”’.

”Nei Territori si verificano ogni giorno saccheggi e invasioni da parte di israeliani che hanno la protezione ufficiale da parte dell’esercito israeliano. Queste persone prendono di mira le nostre colture, le abitazioni, le moschee. Anche oggi ci sono stati episodi simili. Le autorità di Israele sono responsabili di questi crimini. Israele porta avanti politica coloniale”, ha detto il presidente dell’Anp.  ”Questa politica di insediamenti minaccia anche la struttura dell’Anp e la sua esistenza. Noi la respingiamo. Tutte le azioni di Israele nel nostro Paese sono unilaterali, e hanno lo scopo di aumentare la loro presenza nei Territori”.

”Dichiaro qui che l’Olp è pronto a tornare immediatamente al tavolo del negoziato” sulla base dei termini della legittimità internazionale, previa ”una completa cessazione delle attività di insediamento” nei Territori occupati. La nostra azione ”non è un’azione unilaterale”, noi ”non miriamo a isolare o a delegittimare Israele”, ma a ”delegittimare la sistematica colonizzazione” dei Territori palestinesi, ha dichiarato Abu Mazen.

”Abbiamo chiesto la piena adesione della Palestina entro i confini del 4 giugno del 1967 con Gerusalemme est come capitale”, ha annunciato, a conclusione del suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu, il presidente palestinese, Abu Mazen, riferendosi alla domanda di adesione da lui consegnata poco prima al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, di cui ha mostrato una copia alla platea.

La risposta delle Nazioni Unite. La richiesta per riconoscere la Palestina quale Stato dell’Onu sarà esaminata ”rapidamente” dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e quindi trasmessa al Consiglio di Sicurezza e all’Assemblea Generale dell’Onu. Lo ha riferito il portavoce del segretario generale, Martin Nesirky. ”Dopo aver ricevuto la lettera, la procedura d’esame sarà seguita rapidamente dal segretariato (dell’Onu) e sarà quindi trasmessa al presidente del Consiglio di Sicurezza e al presidente dell’Assemblea Generale”, ha detto Nesirky durante una conferenza stampa.

La reazione di Israele. Israele si è detto rammaricato per la domanda di adesione alle Nazioni Unite di uno Stato di Palestina, presentato dal presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas al Segretario Generale Onu Ban Ki-moon. ”Ci rammarichiamo per l’approccio”, ha detto Gidi Schmerling, un portavoce del primo ministro Benjamin Netanyahu ribadendo: ”Crediamo – ha ribadito – che l’unica strada verso la vera pace sia attraverso i negoziati, non attraverso atti unilaterali”.

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu non era presente nell’aula dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite mentre il presidente palestinese Abu Mazen pronunciava il suo discorso.  Non era presente neanche l’ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite Ron Prosor, c’erano invece tre diplomatici che hanno ascoltato e preso nota e sono rimasti seduti durante la standing ovation finale in onore di Abu Mazen. ”Tendo la mano” ai palestinesi, ha detto poi iniziando il suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu. ”Non sono venuto a prendere applausi, sono venuto a dire la verità e la verità è che Israele vuole la pace con i palestinesi”, ma ”i palestinesi vogliono uno Stato senza la pace”.

”La comunità internazionale deve fermare l’Iran prima che sia troppo tardi o affronteremo tutti lo spettro del terrorismo nucleare”.  Israele aveva ”lasciato le chiavi di Gaza al presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmud) Abbas”, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu all’Onu, sottolineando che ”nonostante la teoria secondo cui questo avrebbe fermato le violenze”, ”lì l’Autorità palestinese è collassata in un giorno”.

Il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman ha ascoltato solo l’inizio del discorso di Abu Mazen, per poi abbandonare la sala.  Il ministro per l’Informazione Yuli Edelstein (Likud) ha invece ascoltato Abu Mazen per circa mezz’ora, poi è uscito anche lui. ”Era un discorso pieno di menzogne e di sobillazione”, ha osservato. ”E’ molto triste constatare che sia stato applaudito”.