ROMA – Papa Francesco ritiene che sia importante studiare le unioni gay. Ritiene che la Chiesa debba esaminare perché alcuni stati hanno deciso o stanno decidendo di legalizzare le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Ma questo non vuol dire che le approva: lo ha affermato il cardinale arcivescovo di New York Timothy Dolan, in una intervista alla Nbc News in cui ha allo stesso tempo ribadito di credere che il matrimonio sia tra un uomo e una donna.
Il Papa “non è arrivato a dire che è a favore”. Ciò che Francesco ha affermato, secondo Dolan, è che la Chiesa deve cercare e vedere “le ragioni” che hanno indotto alcuni stati a legalizzare le unioni civili delle coppie gay, “piuttosto che condannarle prontamente… poniamo domande sul perché questo ha fatto presa su alcune persone”. Negli Usa le parole di Papa Francesco sulle unioni omosessuali sono seguite con particolare interesse sin da quando ha affermato che “se qualcuno è gay e cerca il Signore in buona fede, chi sono io per giudicare?”.
Lo scorso settembre la storica rivista della comunità gay ‘The Advocate” ha peraltro dedicato la copertina al Pontefice, scrivendo che “la persona più influente del 2013 nella vita del popolo Lbgt” (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) “non arriva dal nostro conflitto legale in corso” per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali, bensì dal “nostro conflitto spirituale”. Nell’intervista di oggi, il cardinale Dolan ha affermato di ritenere che il matrimonio tra un uomo e una donna “non è qualcosa che riguarda solo la religione, i sacramenti… è anche un elemento base della costruzione della società e della cultura.
Pertanto, appartiene alla cultura. E se in qualche modo annacquiamo il significato sacro del matrimonio, temo che non soffra solo la Chiesa, temo che ne soffrano anche la cultura e la società”. La visione espressa oggi dal cardinale sembra così rientrare nella previsione che lui stesso aveva fatto esattamente un anno fa in una intervista sempre alla Nbc, quando all’indomani della elezione di Bergoglio al papato aveva affermato di credere che il nuovo Pontefice “sia una persona abbastanza avveduta da dire: ‘va bene gli insegnamenti tradizionali della Chiesa, ma bisogna anche riconoscere che molti di loro non riescono più a passare.
E siccome non posso e non voglio cambiarli perché vengono dal Signore, posso lavorare per renderli più allettanti, convincenti’. Penso che Papa Francesco farà proprio questo”. Ma, aveva anche detto, penso che sbagli chi si aspetta “grandi cambiamenti nella dottrina della Chiesa su questioni delicate come l’aborto o le nozze gay”. Più verosimilmente, anche in linea col pragmatismo gesuita, il Papa medierà tra le istanze tradizionali della Chiesa Usa (che gestisce un pezzo più che rilevante del potere economico vaticano) e la necessità di confrontarsi con una realtà in continua evoluzione fatta di aperture legali ed estensione dei diritti a cominciare dal riconoscimento del matrimonio in diversi stati federali.