DAMASCO – Spiragli di pace nella vicenda siriana. Almeno a livello internazionale. Damasco ha accettato la proposta della Russia: le sue armi chimiche potranno essere messe sotto controllo internazionale. Un primo passo che preluderebbe alla loro distruzione, sostiene Mosca.
Secondo l’agenzia di stampa russa Interfax, che cita il ministro degli Esteri di Damasco, Walid al Muallim, la Siria ha aderito all’iniziativa di Mosca perché così sarebbero “rimosse le ragioni di un’aggressione americana”.
”Ieri abbiamo tenuto un round di negoziati molto fruttuosi con il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov e da parte sua è stata avanzata una iniziativa riguardante le armi chimiche”, ha riferito al Muallim. ”Già ieri sera ci siamo dichiarati d’accordo partendo dal presupposto che essa deve togliere il terreno per l’aggressione americana contro il nostro Paese”, ha aggiunto il capo della diplomazia.
La svolta arriva a poche ore dal discorso del presidente americano Barack Obama alla nazione, previsto per martedì sera. Proprio Obama ha definito il passo di Damasco “uno sviluppo potenzialmente positivo”. Il voto al Senato americano sulla mozione sull’intervento è stato rinviato.
A dare parte del merito dei progressi nei negoziati a Washington è stato proprio il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov: “La proposta di mettere le armi chimiche siriane sotto controllo internazionale non è una iniziativa del tutto russa, ma deriva dai nostri contatti con i colleghi americani e dalla dichiarazione fatta ieri da Kerry”.
Mentre Mosca dichiara di voler “presentare il piano al più presto e saremo pronti a lavorarci con il segretario generale delle Nazioni Unite e i membri del Consiglio di sicurezza”, Parigi annuncia invece la presentazione di una proposta di risoluzione al Consiglio di Sicurezza Onu: l’obiettivo francese è chiedere a Damasco di rendere pubblico il proprio arsenale chimico per evitare che il piano russo si riveli solo un diversivo. Fabius non ha risparmiato una frecciata al presidente russo Vladimir Putin: “Credo che si sia trovato forse una via d’uscita per se stesso, perché restare attaccato come una roccia a Bashar Al Assad è molto pesante”.
La proposta russa è stata accolta con scetticismo da Israele. Per Avigdor Lieberman, presidente della commissione Affari esteri e Difesa del Parlamento israeliano, “Assad sta guadagnando tempo, e molto anche. Secondo Lieberman la Siria sta tenendo la situazione in stallo, come l’Iran durante i primi negoziati sul nucleare.