Il primo ministro thailandese, Abhisit Vejjajiva, sostenuto da un imponente schieramento di forze militari, ha respinto lunedì la richiesta di decine di migliaia di dimostranti a Bangkok di sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni, a quanto riferisce l’Ap.
Il primo ministro, principale obiettivo delle proteste, ha respinto in un discorso alla televisione le richieste dei dimostranti riguardo allo scioglimento del parlamento, ma ha lasciato spazio per un compromesso. ”Sciogliere il parlamento prima di mezzogiorno (ora locale) in cambio della fine delle dimostrazioni è impossibile”, ha detto Abhisit, che ha aggiunto: ”Tuttavia, questo non significa che i partiti della coalizione di governo non siano disposti ad ascoltare le idee dei dimostranti”.
I dimostranti, che si chiamano Camice Rosse, sono circa 100 mila e per fronteggiarli il governo ha schierato 50 mila soldati, due dei quali sono stati feriti dallo scoppio di quattro granate.
I dimostranti, raggruppati nel Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura, sono sostenitori dell’ex-premier Taksin Shinawatra, inviso a militari e classe dirigente, spaventati dalla sua popolarità tra gli strati più poveri della popolazione. Taksin, diventato premier nel 2001 col suo partito, che vinse poi altre due elezioni, è stato destituito nel 2006 con l’accusa corruzione e abuso di potere.
Taksin ha partato con un video domenica sera ai dimostranti raccomandandogli di non usare la violenza e sottolinenando che suoi nemici sono i membri della classe dirigente. Taksin è lui stesso un milionario che ha lasciato la Thailandia prima di essere condannato a due anni di prigione per conflitto di interessi ed ha chiesto asilo alla Gran Bretagna.
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