WASHINGTON, STATI UNITI – Una causa civile in una piccola corte della Contea di Columbia, nello stato di New York, ha fatto emergere nuovi dettagli sui voli segreti Cia su cui venivano trasferiti in vari Paesi i presunti terroristi catturati in giro nel mondo. E dal processo emerge che erano usati piccoli aerei privati e che il loro affitto sta causando una controversia commerciale tra intermediari.
I voli segreti della Cia fanno parte del famoso e controverso programma di ‘rendition’ attuato dall’amministrazione di George W.Bush nell’ambito di quella che la sua amministrazione chiamò ”guerra al terrore” avviata dopo l’attaco di Al Qaeda alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001.
Dalle 1500 pagine del processo, scrive il Washington Post, emerge che i servizi segreti americani per queste operazioni riservate utilizzavano piccoli aerei di compagnie private, come il Gulfstream IV che nell’agosto del 2003 decollo’ da Washington con sei passeggeri, alla volta di Bangkok. Fece tappa di
rifornimento in Alaska e a Osaka in Giappone.
Quindi, prima di far ritorno 4 giorni dopo, atterro’ in Afghanistan, Sri Lanka, Emirati e in Irlanda. Quel volo servi’ a trasportare un sospetto terrorista catturato in Thailandia e poi trasferito nelle prigioni segrete della Cia dove passo’ i successivi tre anni. Quell’operazione, come emerge dal processo, costo’ ai contribuenti americani 339.228 dollari.
Sempre nel mese di agosto 2003, la Cia pago’ voli simii in altre localita’ come Bucarest, Baku, in Azerbaijan; Cairo; Gibuti; Islamabad e Libia. I viaggi erano organizzati con la collaborazione di Sportsflight, una ditta gestita da un titolare di Long Island, New York, che ancora non ha visto un centesimo. In altri casi simili il governo si e’ difeso dietro il segreto di Stato.
Ma questo casp, nella Contea di Columbia e’ arrivato a processo. Gia’ nel 2009 il titolare di questa compagnia aveva ottenuto dal giudice il diritto di essere risarcito di un milione di dollari. Ma poichè finora nessuno ha onorato gli impegni, e’ tornato alla carica, nella speranza di ricevere il dovuto compenso di quelle spedizioni segrete.