Gli Usa inviano una potente armata presso le isole contese tra Giappone e Cina

La portaerei americana John Stennis

TOKYO, GIAPPONE – Gli Stati Uniti ”hanno silenziosamente messo insieme una potente armata di aria, terra e mare non lontano” dalle Senkaku/Diaoyu, isole amministrate dal Giappone e rivendicate dalla Cina, e motivo di un durissimo scontro. Si tratta, scrive il magazine americano Time sul sito online, ”probabilmente solo di coincidenza e non c’e’ ancora bisogno di preoccuparsi”.

Due gruppi d’attacco con le portaerei USS George Washington, di base in Giappone a Yokosuka, e USS John C. Stennis, mossa dallo Stato di Washington con 4 mesi di anticipo viste le tensioni sull’Iran e con destinazione il golfo Persico, e un corpo dei Marine hanno iniziato a operare nel Pacifico occidentale, non lontano dal mar Cinese orientale delle isole contese, dove motovedette di Tokyo e Pechino sono impegnate in un confronto sempre piu’ teso, dagli esiti imprevedibili.

Gli Stati Uniti non hanno preso posizione sulla sovranita’ delle Senkaku/Diaoyu, ma il segretario di Stato Hillary Clinton, a margine dell’assemblea generale dell’Onu, ha chiesto che le parti facciano prevalere ”teste piu’ fredde”. I funzionari statunitensi, pero’, hanno chiaramente detto (da ultimo il capo al dipartimento di Stato delle politiche del Far East, Kurt Campbell) che le isole contese sono coperte dal trattato di Sicurezza tra Usa e Giappone, in forza del quale Washington deve intervenire se Tokyo e’ sotto attacco.

Ogni portaerei ha 80 jet da guerra, mentre i gruppi d’attacco includono incrociatori e cacciatorpediniere dotati di missili guidati, sottomarini e navi di approvvigionamento. Nel mare delle Filippine, scrive il magazine, 2.200 Marine sono imbarcati sulla USS Bonhomme Richard e su due navi di scorta, con veicoli anfibi d’assalto e corazzati, artiglierie, elicotteri e aerei da combattimento Harrier. La convergenza dei 3 gruppi, freschi di esercitazioni, in una parte relativamente piccola del Pacifico e’ un’inconsueta concentrazione di potenza di fuoco.

”Queste operazioni non sono legate a eventi specifici”, ha detto il capitano Darryn James, un portavoce del Comando statunitense nel Pacifico a Honolulu. Funzionari americani, secondo Time, ”hanno privatamente espresso frustrazione per la mancanza di progressi diplomatici per risolvere la controversia” sulle Senkaku/Diaoyu, in gran parte concentrata su vecchie ruggini e nazionalismo, piuttosto che sulle ipotesi di giacimenti di gas e petrolio. La Cina ha comprato nel weekend due pagine sui quotidiani Usa (tra cui New York Times e Washington Post), accusando il Giappone di ”aver rubato” le isole, ”da sempre” di Pechino.

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