I lavoratori della Vinyls di Porto Torres hanno spostato per un giorno la protesta dall’Isola dei Cassintegrati (dove vivono da 127 giorni) e dalla Torre aragonese (occupata dal 7 gennaio) nel cuore della Costa Smeralda, nella piazzetta di Porto Cervo, per richiamare l’attenzione dei turisti sulla loro vertenza.
Una trentina di operai sono giunti poco prima delle 13 nella piazzetta dove con un megafono hanno chiesto scusa ai turisti che passeggiavano nel ”salotto buono” del nord dell’Isola.
”Scusateci per il disturbo – hanno detto – la nostra non vuol essere un’azione di disturbo, ma vorremo far capire anche a voi che in Sardegna non ci sono solo questi dieci chilometri di Costa, in Sardegna vi e’ anche chi lotta per vedere riconosciuto uno stipendio da 20 euro, gli stessi che voi spendete in questo posto per un caffe”’. Scortati dalle forze delle ordine gli operai hanno anche appeso un pupazzo all’ulivo della piazzetta storica: ”Il fantoccio e’ simbolo della dirigenza Eni dal quale aspettiamo ancora delle risposte”, ha spiegato Stefano Masperi, uno degli operai che questa mattina da Porto Torres ha raggiunto la Costa Smeralda.
Gli operai hanno poi bruciato la bandiera delle isole Cayman (messa nelle mani del pupazzo) ”simbolo dello stato dove finiscono gli introiti e i finanziamenti che potrebbero salvare la nostra fabbrica”, ha aggiunto Masperi ”uno dei tanti bamboccioni italiani che a 34 anni vive ancora con la madre”. Nell’aiuola hanno poi sistemato alcune croci coi nomi della ”cricca” legati alle recenti vicende degli appalti. ”Quella di oggi e’ solo una manifestazione pacifica per tenere alto il problema che interessa centinaia di persone, ma non abbiamo abbandonato – hanno tenuto a precisare gli operai – i presidi dell’ex carcere del l’Asinara e della Torre aragonese”.