Washington, guardate quelle foto: i soldati della Guardia Nazionale che dormono, si accampano nei corridoi e negli androni del Congresso degli Stati Uniti. Non è un’invasione, non è un golpe dei generali, anche se sembrano le foto di un palazzo presidenziale sud o centro americano preso dalla fazione armata insorta. Sono le foto della democrazia costretta a difendersi, sono le foto di un Parlamento eletto dalla volontà popolare che deve essere protetto dai militari, protetto dall’assalto di milizie e squadre dei “patrioti”.
Immaginate Roma e i Carabinieri elmetto e mitra a dormire dentro Montecitorio e il Quirinale
L’abitudine alle foto di ogni cosa che accade al mondo, l’abitudine alle immagini genera una sorta di inflazione e svalutazione del valore e senso delle immagini stesse. E allora provate a immaginare oggi, a crisi di governo aperta, Roma presidiata dai militari. L’esercito nelle strade, mezzi blindati agli incroci. L’esercito a guardare le piazze e gli edifici. I Carabinieri e/o i bersaglieri in mimetica e tenuta da combattimento che appoggiano gli zaini nel Transatlantico di Montecitorio o nei lunghissimi corridoi del Quirinale. Che restano lì a dormire perché neanche la notte è sicura per quei palazzi e per i parlamentari che vi lavorano.
Immaginate Roma dove i negozi, anche quelli chiusi o semi aperti per Covid, blindano vetrine e ingressi con pannelli di legno. Immaginate Roma dove tutto il centro della città si prepara come fosse stata annunciata una inondazione. Immaginate Roma all’indomani di risultati elettorali che deve chiamare i militari a difendersi dalla marcia su Roma di chi quei risultati non li accetta e vuole sovvertirli con la forza. Immaginate questa Roma immaginaria (per fortuna) e avrete la Washington reale di oggi.
Usa week-end armato
Dai siti della destra militante americana si parla di “seconda guerra civile”. Non è un allarme, è un incitamento. Fbi ha segnalato, avvertito. C’è evidenza, c’è programma e intenzione di un week-end armato da parte di movimenti e milizie. Un movimento armato per dichiarare sul collo di una molotov o sulla canna di un fucile o di una pistola o sul manico di un bastone che Biden non è presidente, che elezioni non sono il popolo, che il popolo sono loro.
Nel week-end proveranno a circondare tutti i palazzi di governo e di Stato in tutti gli Stati. Circondare, intimare. Quando possibile occupare, se possibile incendiare. E poi, dopo il week-end armato, il 20 alla battaglia di Washington, ad assediare, se possibile assaltare, spezzare, frantumare l’insediamento di Biden presidente. A sognare, mimare, tentare la “seconda guerra civile” è il popolo di Trump.
Tra loro e il loro sogno le istituzioni, la democrazia Usa, i Tribunali, le Corti di Giustizia, i funzionari, i governatori…le decine di migliaia di donne e uomini dei corpi intermedi che sono rimasti fedeli alla Costituzione. E i milioni di americani che hanno scelto Biden e che soprattutto sono fedeli alla democrazia americana.
E anche milioni di americani che hanno votato Trump, non tutti sono nelle squadre d’assalto e neanche tutti sono l’acqua dove nuotano i pesci del terrorismo domestico. Tutto questo si frappone tra il week-end armato e la democrazia Usa. Ma non basta, a frapporsi devono essere anche i militari. Ed è quella della Guardia Nazionale che dorme sui pavimenti del Congresso una foto che insieme conforta e inquieta.