ROMA – Andrea Scanzi pubblica oggi, 26 novembre, un’intervista a Piergiorgio Odifreddi, sulle pagine del Fatto Quotidiano, nella quale si parla anche di storie sconosciute ai più, come quella su Andreotti che intervenne per la liberazione del matematimo impertinente in Unione Sovietica.
Perché non possiamo essere cristiani?
Lo possiamo essere, ma non razionalmente. Il cristianesimo, e in particolare il cattolicesimo, si ispirano a libri sacri indirizzati a popoli analfabeti di pastori. Oggi il cristianesimo è anacronistico. La scienza, ciò in cui credo, osserva i fatti e li analizza.
E il cattolicesimo?
È dogmatico e per questo non può più far parte dell’Occidente . Secondo alcune indagini fatte alla Royal Society inglese e alla National Academy statunitense, il 93% degli scienziati è ateo e agnostico. Il restante 7% è ebreo o protestante, le religioni più critiche. Per uno scienziato essere cattolici è innaturale.
Ha scritto, riprendendo il Vocabolario Etimologico di Pianigiani, che la parola “cristiano” deriva da “cretino”.
Una battuta di cattivo gusto. Non era essenziale. A volte faccio provocazioni come Eco, che ha scritto le prime cento pagine de Il nome della rosa per liberarsi dei lettori che non voleva. Chi non vuole ascoltare una mia battuta, è bene che non mi legga. E comunque l’etimologia esiste.
Come è stato dialogare con Papa Ratzinger?
Mi sento più vicino a Ratzinger che a Bergoglio. Papa Francesco è un pubblicitario strepitoso, vende il suo prodotto in maniera incredibile. Con lui non devi aspettarti cambiamenti del prodotto, ma della pubblicità. Dottrinalmente Bergoglio dice poco e nulla, si limita a cambiare la comunicazione. Concede al pubblico ciò che il pubblico vuole.
Meglio Ratzinger, quindi.
È un professore, un intellettuale: un teologo interessato ai contenuti. Siamo uniti dalla ricerca della verità che entrambi crediamo di avere trovato. Abbiamo idee opposte, ma l’approccio è lo stesso. Bergoglio è agli antipodi. Quando Scalfari gli ha posto quesiti concettuali, ha detto: “Lei mi ha fatto tante domande, ma io risponderò ad altro”. Forse perché non sapeva cosa rispondere.
Le è piaciuta l’intervista di Scalfari a Papa Francesco?
Uno scoop, ma poi si è scoperto che Scalfari aveva attribuito a Bergoglio virgolettati inventati. Scalfari ha poi sbagliato interlocutore: se vuoi risposte chiedi a Ratzinger, non a Bergoglio.
Alla Zanzara credeva davvero di dialogare con Bergoglio. È sembrato molto garbato.
Certo che ero garbato. Sono una persona educata. Cruciani e Parenzo sono trash radiofonico, non giornalismo.
(…)
Per le sue opinioni sulla striscia di Gaza, Repubblica le ha chiuso il blog. Come Saramago e Chomsky, sostiene che gli isrealiani stiano facendo ai palestinesi ciò che i nazisti hanno fatto agli ebrei. Di recente è perfino passato per negazioni-sta.
Ho scelto un momento inopportuno (la morte di Priebke) e il luogo sbagliato (il mio blog) per toccare un tema spinoso. Tra i commenti al mio post è intervenuto un negazionista. Il mio approccio scientifico non mi consente di negare a priori qualsiasi tesi. Così ho specificato cosa fosse giusto e cosa sbagliato.
E cosa c’è di giusto nel negazionismo?
Per esempio che il processo di Norimberga fu propaganda, come quello a Saddam. L’Imperatore giapponese era colpevole quanto Hitler, eppure nessuno lo ha processato. In quei processi la forma è più importante del contenuto: non si vuole fare giustizia, ma dare un messaggio e vendicarsi.
Ha scritto che Norimberga fu un po’ come Hollywood.
Attraverso Hollywood ci siamo convinti che i buoni erano i cow boy e non gli indiani d’America, vittime di un eccidio di 18 milioni di persone: tre volte l’Olocausto. Norimberga è stata un’opera analoga di propaganda. Tutto qua. Mai negato le camere a gas, mai stato negazionista.
In tanti lo hanno pensato e forse pensano ancora.
Colpa anche dei giornalisti. Persino quelli bravi, come Furio Colombo sul Fatto . Mi hanno attribuito frasi mai dette. Mi conoscono: perché non hanno sentito la mia versione? Torniamo a Scalfari e Bergoglio: inventare virgolettati è la norma.
Zichichi era amico di Andreotti, ma anche lei le deve la libertà.
(sorride). Fui trattenuto alcuni mesi in Siberia dall’Unione Sovietica come forma di ritorsione. Un agente sovietico era stato arrestato a Genova per spionaggio industriale e i russi si vendicarono. Fui liberato grazie a Pertini e Andreotti, allora ministro degli Esteri (…)