ROMA – Il taglio alle pensioni dei dipendenti della Camera? Rischia di finire nel nulla, sommerso dai ricorsi. Senza contare che potrebbe essere bocciato dalla Corte Costituzionale. Tommaso Ciriaco, su Repubblica, spiega:
Rischia di naufragare miseramente il taglio alle pensioni d’oro dei dipendenti della Camera. Gravati da trecento ricorsi dei lavoratori, i giudici interni hanno chiesto alla Consulta di verificare la legittimità costituzionale della sforbiciata.
Che, ricordiamolo, ridimensionava i vitalizi superiori a quattordici volte il trattamento minimo dell’Inps. Una scelta obbligata, sostiene la commissione giudicante, perché la ghigliottina assomiglia troppo a una norma bocciata più di un anno fa dalla Corte costituzionale. Una nuova battuta d’arresto nella battaglia contro i costi della politica sembra dietro l’angolo. Quello che piomba sul tavolo dei giudici della Camera assomiglia a un autentico pasticcio.
Tutto ruota attorno a una delibera approvata dall’ufficio di Presidenza dei deputati lo scorso 4 giugno. Ricalca il contributo di solidarietà introdotto nella manovra economica varata nel dicembre 2013 dal governo di Enrico Letta. Con una pecca, a quanto pare: presenta «elementi di identità» con il “contributo di perequazione” voluto nel 2011 dall’esecutivo di Silvio Berlusconi (valido anche durante la stagione di Mario Monti) e già stroncato nel maggio 2013 dalla Consulta.