ROMA – “Dopo Roncalli e Wojtyla la Chiesa si prepara al nuovo beato Paolo VI” scrive Franca Giansoldati sul Messaggero:
Le vie della santità sono infinite. Dopo Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, «uomini coraggiosi» che non hanno avuto paura di chinarsi sulle piaghe dell’umanità, e per questo fatti santi da Francesco domenica, un altro pontefice del XX secolo è prossimo ad essere iscritto nell’Albo d’oro della Chiesa, un tragitto eccezionale se si pensa che su 157 Papi, dopo Nicolò I (857-867), solo 17 pontefici si sono guadagnati l’aureola. Di questi, 8 figurano santi e 9 beati. La lista però è destinata ad aumentare dato che entro la fine dell’anno sarà beatificato Paolo VI. L’iter della sua causa è arrivato alla fine, il miracolo per il passaggio è stato approvato dai teologi, le carte giacciono sulla scrivania di Bergoglio.
Montini, un uomo mite e riservato, erudito ma al tempo stesso spirituale, capace di interpretare lo spirito del Concilio come lo aveva tracciato Roncalli. Fu il Papa che chiuse il Concilio, il Papa del dubbio, il Papa del disperato appello alle Brigate Rosse per il rilascio di Moro, che ruppe il ghiaccio con il mondo dell’arte, il Papa della Populorum Progressio, monumento alla difesa dei diritti umani. Un precursore. Fu lui che nel 1964 abolì la tiara, per venderla e ricavarne denaro da distribuire ai poveri delle borgate romane. Il miracolo attribuito alla sua intercessione riguarda la guarigione di un bambino non ancora nato. Il direttore dell’Osservatore Romano, Vian, a proposito della santità dei pontefici fa notare che le tradizioni liturgiche e agiografiche considerano martiri tutti i successori di Pietro sino all’età di Costantino, e santi tutti quelli sino al VI secolo. Da quel momento fino al IX secolo ne sono stati proclamati altri 20. Mentre dopo Niccolò I figurano soltanto otto santi e nove beati. Come dire che la Chiesa procede con il contagocce.
PIAZZA SAN PIETRO
Anche ieri il Vaticano ha continuato ad essere preso d’assalto dalla gente. Piazza san Pietro era affollatissima, vociante, allegra. C’è stata la tradizionale messa di ringraziamento celebrata dai cardinali Comastri e Dziwisz, l’arcivescovo di Cracovia che per circa 40 anni è stato il segretario personale di Wojtyla. «L’Italia era diventata per lui una seconda Patria. Oggi sicuramente Giovanni Paolo II la benedice dall’alto, così come benedice la sua Polonia». I dintorni pullulavano di gente che passeggiava approfittando della pedonalizzazione di via della Conciliazione, fermandosi di tanto in tanto a comprare ricordini da venditori abusivi o false borse di Fendi e Prada, o ancora, cercando di schivare gli zingari che mendicavano qualche monetina. Il solito suq. Ma la gioia non si era ancora spenta, e si potevano distinguere i gruppi dei polacchi, così come i supporter di Roncalli, provenienti dal bergamasco, anche loro alla messa di ringraziamento.
FRANCESCO
Papa Francesco, invece, archiviato il capitolo “santi” è tornato alla sua consueta attività, senza perdere troppo tempo. Ha incontrato i reali di Spagna introducendoli in una sala facendo battute sul fatto che dovevano prima entrare il re e la regina e poi «i chierichetti», cioè lui. I temi del colloquio si sono concentrati sulla situazione in Ucraina, e poi sul tasso di disoccupazione giovanile che anche nella penisola iberica desta preoccupazione. Nel 2015 Papa Bergoglio potrebbe andare in Spagna. Tuttavia l’incontro più importante, quello che gli ha richiesto maggiore concentrazione, è stato il summit con il Consiglio dei cardinali, coi quali sta ridisegnando la geografia dei poteri in curia. Come distribuire il peso dell’amministrazione, come rivedere il funzionamento del comparto finanziario, come bilanciare il potere della Segreteria di Stato. La riunione con gli otto porporati si concluderàdomani.
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